Comunicare con i propri figli
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La reale difficoltà per un genitore è quella di riuscire a sintonizzarsi con i bisogni espressi dai propri figli.

Nel rapporto genitori – figli, si tende a sottovalutare e minimizzare l’importanza dei fattori psicologici e le conseguenze dei propri comportamenti e atteggiamenti sullo sviluppo dei ragazzi. La fiducia attenta dà sicurezza, la disapprovazione, la mancanza di fiducia e le aspettative eccessive danno insicurezza.

La mancanza di riconoscimento del bambino/adolescente da parte del genitore può interferire con il suo sviluppo cognitivo, emotivo, affettivo e relazionale, ostacolando la realizzazione dell’autonomia e la costruzione di un’idea di Sé positiva.

Per entrare in sintonia con i propri figli, è necessario, quindi, che i genitori si sforzino di comprendere le idee e le azioni del figlio e ciò non necessariamente significa accettare e condividere le sue idee.

 

Come comunicare con i propri figli?

Sul piano comunicativo, quello che spesso i figli chiedono implicitamente o esplicitamente è di essere ascoltati, accolti e compresi.

I problemi dei figli non vanno sminuiti e non bisogna mai anticipare critiche o consigli prima di aver davvero ascoltato cosa hanno da dire. Limitarsi e dire “Sono sciocchezze”, “Da grande lo capirai”, etc., è il sistema più veloce per allontanarli e fare in modo che dirottino la loro richiesta di aiuto verso coetanei o magari sul web.

Purtroppo, però spesso il poco tempo, le responsabilità della vita quotidiana, il lavoro, costituiscono un ostacolo all’ascolto attivo dei figli. L’ascolto è uno strumento per comunicare empatia ed accettazione. Accettare significa essere coinvolti in quello che ci viene detto.

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Molte volte i genitori si lamentano del fatto che i propri figli non li ascoltano, ma spesso si confonde l’ascolto con l’accettazione dei propri desideri e non si è consapevoli che i primi a non ascoltare i figli sono proprio i genitori.

  • Quando la comunicazione tra genitori e figli è efficace, i ragazzi creano un’immagine di se stessi positiva e gratificante.
  • Quando la comunicazione è inefficace s’insinua nei figli l’idea di essere inascoltati o incompresi e di conseguenza di essere poco importanti.

 

Sul piano della comunicazione, l’importante è utilizzare i linguaggi dei figli in modo da farli sentire presi sul serio, accettati, riconosciuti. Ciò è fondamentale per lo sviluppo di un’autostima positiva dei figli.

Risulta importante instaurare una comunicazione basata sull’ascolto empatico, ovvero accogliere senza giudicare. L’ascolto empatico richiede al genitore di concentrarsi sul figlio, sul suo stato emotivo, concedendogli e riconoscendogli il tempo per esprimersi e sentirsi sempre accolto e accettato, senza dover essere oggetto di un giudizio morale.

Questa modalità di comunicazione restituisce ai figli quel senso di accettazione che gradualmente li farà sentire sicuri e autonomi, certi di saper comunicare agli altri, con successo, i propri bisogni.

Per educare in maniera efficace serve equilibrio, accordo, servono regole chiare definite dalla coppia genitoriale, confini, limiti tra ciò che si può fare e ciò che non si può fare, tra ciò che è giusto e ciò che è sbagliato. Essere quindi autorevoli, ma non autoritari, stare accanto dando amore senza reprimere e offrire in ogni momento un esempio o modello positivo.

 

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Il verbale e il non verbale nella comunicazione efficace con i figli

E’ impossibile non comunicare, comunichiamo sempre con parole, sguardi, movimenti, espressioni del volto, comunichiamo anche quando stiamo in silenzio. Ad una stessa espressione verbale possono corrispondere più significati e finalità.

A seconda delle intenzioni di chi le pronuncia, le parole possono esprimere diversi messaggi: complicità, rimprovero, elogio, richiesta, semplice trasferimento di informazioni, etc.

Il genitore quando comunica col figlio dovrebbe essere consapevole di queste possibili sfumature, perché incidono sulla qualità del messaggio e quindi sulla risposta. La postura del corpo, il tono della voce, la posizione delle braccia, se concordano col messaggio verbale, rappresentano chiaramente le intenzioni di chi lo formula e rendono credibile il messaggio stesso.

Il linguaggio verbale è quindi solo uno dei tanti elementi che ci permette di comunicare.

La corrispondenza tra gli elementi verbali e non verbali agevola una comunicazione efficace rendendo chiari e diretti i messaggi che si vogliono mandare al destinatario.

 

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Il messaggio arriverà chiaro e forte al figlio, senza contraddizioni o ambiguità.

Al contrario, una comunicazione in cui gli elementi verbali e non verbali sono discordanti disorienta il destinatario e non rende comprensibili le reali intenzioni di chi veicola il messaggio. Gli esempi di seguito riportati sono messaggi chiaramente ambigui che minano la credibilità del genitore agli occhi del figlio.

 

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Intervento terapeutico

Saper comunicare è di fondamentale importanza per acquisire informazioni (inviare, trasmettere, trasferire, far conoscere), costruire e mantenere relazioni solide e affettivamente appaganti.

 

Comunicare in modo efficace significa: 

  • Far capire agli altri il proprio punto di vista.
  • Comprendere le motivazioni e le posizioni dell’Altro.
  • Scoprire l’importanza della comunicazione non verbale.
  • Diventare consapevoli del proprio stile comunicativo.
  • Assumere il punto di vista degli altri.

 

Saper gestire la comunicazione significa limitare ansia, stress, senso di sfiducia nella propria competenza genitoriale, evitare una forte conflittualità tra genitori e figli, ricercare attivamente di scoprire quali sono i bisogni più autentici dei propri figli, agevolare la loro crescita e un clima positivo nelle relazioni familiari.

Il non riuscire a farsi comprendere o ascoltare, tra genitori e figli, se non affrontato può anche arrivare a generare un blocco nella comunicazione, soprattutto nella fase dell’adolescenza dei figli, invalidando la relazione.

AUMENTARE LA COMPETENZA COMUNICATIVA significa incrementare la capacità di consapevolezza nell’ascoltare se stessi come persone e genitori, riflettere sul proprio stile relazionale e genitoriale, nonché aprirsi all’ascolto attivo ed empatico nei confronti dei propri figli.

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Prendersi cura dei figli è un’esperienza incredibilmente positiva che dona nuovo significato alla vita ma, al tempo stesso, il ruolo genitoriale comporta elevati livelli di stress e responsabilità importanti.

Non ci sono manuali d’istruzioni che preparano alla gestione di questa straordinaria e complessa relazione.

Se la funzione genitoriale si blocca a causa forti incomprensioni, modalità relazionali e comunicative disfunzionali e conflittuali con i propri figli, assenza di confronto, problematiche familiari, lavorative, personali che conducono a stati emotivi dolorosi e di forte stress, malesseri psicologici, percezione di incapacità a gestire la situazione, etc., è possibile intervenire per sostenere psicologicamente il genitore e/o i genitori  ed accompagnarli verso un nuovo modo di stare insieme ai figli, più funzionale ed evolutivo di prima, nonché nel sostenerli come Persone.

Un momento di confronto con un professionista può portare giovamento alla relazione genitori – figli e ad aprire nuove vie nella percezione e nella comprensione del proprio comportamento e dei propri bisogni e di quelli dei figli stessi.

 

UN NUOVO EQUILIBRIO può essere ricercato:

*Lavorando attraverso un PERCORSO DI SOSTEGNO ALLA GENITORIALITA’, ovvero sostenendo il genitore singolo o la coppia genitoriale insieme con un intervento pragmatico, orientato alla ricerca e all’autoriflessione, che consenta ai genitori di diventare protagonisti attivi nel ritrovare un’espressione di genitorialità serena e costruttiva per la crescita dei propri figli, nonché per un senso di appagamento positivo circa la propria funzione educativa.

*Lavorando attraverso un percorso di TERAPIA FAMILIARE, per migliorare il funzionamento relazionale della famiglia e incrementare il grado di benessere individuale dei suoi componenti.

*Lavorando attraverso un PERCORSO PSICOLOGICO INDIVIDUALE del singolo genitore, per fare chiarezza dentro di Sé, esplorare il proprio mondo interiore, risignificare gli eventi della propria vita, riflettere sulla sua storia di figlio/a e sul suo essere genitore, riflettere sul proprio stile genitoriale per consentire di ridefinire un senso di genitorialità più consapevole per il proprio benessere e di quello dei propri figli.

 

POSSO ESSERTI D’AIUTO?

Essere ascoltati e confrontarsi in uno spazio professionale, empatico e non giudicante è il primo passo per iniziare a prendersi cura di Sé e di qualcuno importante per Te.

Puoi contattarmi per chiedere informazioni o fissare un appuntamento.

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