I figli viziati sono bambini o adolescenti iper richiedenti e autoritari che hanno preso in totale controllo dei genitori. Spesso, dettano legge in casa ordinano cosa deve fare ogni membro, tanto da definire l’intera dinamica familiare attorno ai loro desideri.
I figli viziati hanno dei privilegi, accesso a beni materiali, conoscenze aggiuntive ed esperienze che, a parer loro, possono farli stare meglio e/o renderli migliori, anche da un punto di vista sociale.
La complessità nasce dal fatto che i genitori, iperprotettivi e/o fornitori di eccessivi beni, acconsentendo all’espressione di questi comportamenti, contribuiscono ad invalidare lo sviluppo emotivo e relazionale dei figli.
In generale, attualmente, i figli nella relazione con i genitori si trovano a vivere in una condizione nella quale:
- Vengono date molte attenzioni materiali.
- E’ assente e/o limitata la relazione a causa della minima disponibilità di tempo dei genitori.
- Vengono attuate poche regole e limitazioni.
- La vita dei figli è completamente programmata con attività non sempre scelte da loro, con l’inibizione di un naturale comportamento esplorativo.
Su questi punti, spesso, si poggiano le fondamenta del crescere un figlio viziato.
Beni materiali infiniti a disposizione, senza mai sperimentare il sentimento di tolleranza alla frustrazione per un no ricevuto.
Alla prima leggera frustrazione, al no ricevuto, partono urla e calci, ovvero l’unico modo che conoscono il figli viziati di stare al mondo: esigere e chiedere.
Da questo momento, si attiva il circolo vizioso disfunzionale:
La probabilità che il figlio ripeta quel comportamento è praticamente certa.
I genitori, spesso, si sentono le vittime dei figli viziati, dimenticando di essere stati parte attiva nella costruzione del circolo vizioso.
Il Dottor Ralph Minear, docente di pediatria presso l’Università di Harvard, propone alcune domande per valutare se un figlio stia ricevendo un’educazione che rientra nella sindrome del figlio viziato:
- Gli vengono fatti con frequenza regali cari senza che vi sia un’occasione speciale?
- Si fanno spese domestiche con l’intento di accontentare un desiderio del figlio?
- Si permette al figlio di vedere la televisione per più di due ore al giorno?
- È iscritto a diverse attività extrascolastiche senza che l’abbia chiesto?
- Gli viene data una ricompensa economica o materiale quando realizza una buona azione?
- Il figlio si lamenta con frequenza di quanto è annoiato? Non sa come intrattenersi anche se ha una stanza piena di giochi?
Se a una qualsiasi di queste domande la risposta è “si”, è probabile che si stia crescendo un figlio viziato.
Significativo è riflettere sul fatto che i figli viziati sentono poco la presenza di una buona relazione con gli altri significativi e sentono poco la forza del contenimento affettivo ed emozionale, per stare in relazione e soddisfare i propri bisogni conoscono solo la richiesta.
Nessun genitore vuole viziare i propri figli, è normale commettere errori, magari per compensare la mancanza di tempo da dedicargli a causa del lavoro o altre responsabilità, o in casi di separazione o divorzio, per alleviare la loro sofferenza, etc., in ogni caso, può essere utile prestare attenzione ai primi segnali.
In generale, intorno ai quattro anni, i bambini riescono già a verbalizzare la rabbia e verso i cinque imparano a controllarla. Se successivamente, il bambino continua ad esprimere la rabbia in modo esplosivo ed estremo, fa capricci in pubblico, etc. potrebbe essere un futuro figlio viziato.
Per prevenire e/o gestire il comportamento dei figli viziati si può:
- Iniziare a stabilire dei limiti in casa. I limiti e le regole aiutano a dare una coerenza e un ordine logico al mondo interno del bambino. Quando il bambino sa esattamente cosa ci si aspetta da lui, riesce a regolare meglio il suo comportamento in funziona di questa conoscenza, sentendosi più sicuro e meno ansioso. Esserci emotivamente per i propri figli significa anche dare regole con fermezza e amore.
- Utilizzare uno stile educativo genitoriale coerente: Entrambi i genitori devono accordarsi sulle regole e le punizioni da attuare, in quanto, se il figlio percepisce una discrepanza la utilizzerà a suo vantaggio.
- Educare all’empatia. Insegnare ai propri figli come si sentono gli altri di fronte ai loro comportamenti aggressivi o negativi, può aiutarli a riflettere sulle conseguenze emotive delle loro azioni sugli altri. “Che cosa ho provato secondo te?” “Cosa avresti provato se lo avessi fatto a te?”.
- Essere d’esempio: Secondo la teoria dell’apprendimento sociale tutti impariamo su “modellamento”, i bambini in particolar modo. I loro primi modelli sono i genitori, i quali devono insegnare ai figli a gestire la frustrazione e ad essere assertivi.
Non rinforzare positivamente richieste disfunzionali, cedendo di fronte a urla, calci e ordini dati dai propri figli è uno dei punti principali sui quali riflettere.
Come anche, l’accogliere e l’elaborare cosa c’è sotto alle eccessive richieste da parte dei figli e al concedere eccessivo dei genitori ai figli.
Spesso i figli viziati si comportano in questo modo perché ricevono attenzioni solo quando si comportano male. Spesso sono indisciplinati perché questo è l’unico modo per ricevere l’attenzione tanto desiderata, sebbene vorrebbero ottenerla diversamente.
I bambini, in realtà, non chiedono beni materiali, bensì chiedono che il genitore risponda ai loro bisogni affettivi, alimentando il rapporto.
Per questo motivo bisogna dare ai figli delle continue dimostrazioni reali di amore incondizionato, trasmettere loro accettazione, senso di accudimento, protezione e sicurezza, spiegare i punti di vista diversi, incoraggiarli ad esprimere le loro emozioni, condividere giochi o interessi, parlare con loro facendosi raccontare quello che fanno, gli obiettivi che vogliono raggiugere, in altre parole, farli sentire speciali e unici, di grande valore per i genitori.
Intervento terapeutico
Durante il percorso di crescita dei figli, molti pensieri e timori possono condurre i genitori ad esprimere la necessità di un’evoluzione della propria genitorialità. Spesso tutto parte dalle domande e da un processo di autoriflessione.
- Non mi ubbidisce!
- Non sono capace di insegnargli come comportarsi!
- Fa continuamente i capricci!
- Non so cosa fare!
- Sono un/una cattivo/a genitore!
- Dove sto sbagliando?
- Etc.
Allo scopo di rispondere a queste domande e ad altre, che un genitore e/o la coppia genitoriale insieme si può porre, potrebbe essere utile intraprendere un percorso di SOSTEGNO ALLA GENITORIALITA’ per il genitore singolo o la coppia genitoriale insieme, per consentire ai genitori di diventare protagonisti attivi nel ritrovare un’espressione di genitorialità serena e costruttiva per la crescita dei propri figli, nonché per un senso di appagamento positivo circa la propria funzione educativa.
Un nuovo equilibrio può essere ricercato anche attraverso un percorso di PSICOTERAPIA INDIVIDUALE per il singolo genitore, per fare chiarezza dentro di Sé, esplorare il proprio mondo interiore, risignificare gli eventi della propria vita, riflettere sulla sua storia di figlio/a e sul suo essere genitore, riflettere sul proprio stile genitoriale per consentire di ridefinire un senso di genitorialità più consapevole per il proprio benessere e di quello dei propri figli.
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Essere ascoltati e confrontarsi in uno spazio professionale, empatico e non giudicante è il primo passo per iniziare a prendersi cura di Sé e di qualcuno importante per Te.
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