Murray Bowen, psichiatra e psicoanalista americano e fondatore della teoria dei sistemi familiari, ha condiviso nel 1979 uno strumento di studio della famiglia e della Persona, il Genogramma, descrivendolo come “un viaggio a ritroso per ricostruire il cammino presente, dando speranza al futuro”.
Bowen, pioniere della psicoterapia familiare, sosteneva che il disagio psichico spesso ha origine dalla mancata differenziazione di un individuo dagli altri ed in particolare dalla sua famiglia. E’ nella famiglia d’origine, infatti, che si avvia il processo di differenziazione del Sé e di individuazione che ci dà la possibilità di sentirci uniti in una relazione affettiva significativa e che allo stesso tempo ci lascia allontanare da essa, proiettati nella vita, senza sentirci traditori o abbandonati dai nostri famigliari.
Secondo la sua teorizzazione, in ogni sistema relazionale (familiare, ma anche lavorativo, amicale, genitoriale con figli, etc.) si costituiscono dei triangoli emozionali che possono “bloccare” una Persona. Solitamente, nella triangolazione due soggetti sono coalizzati contro un terzo.
Immagine grafica e obiettivi terapeutici
Il Genogramma è un metodo operativo, utilizzato nella clinica e nella formazione, che permette, attraverso la sua immagine grafica, la forma ad albero genealogico e, del racconto, un accesso privilegiato alla storia familiare delle Persone per almeno tre generazioni.
Il Genogramma consente di osservare la ciclicità e la ridondanza con cui i modelli familiari si trasmettono nel tempo. Infatti, ogni componente della famiglia tende a ripetere gli stessi comportamenti appresi nella propria famiglia d’origine, i quali, se non vengono messi in discussione e modificati, tendono ad intensificarsi nelle successive generazioni.
L’osservazione e l’elaborazione del Genogramma consente di fare ipotesi sui problemi psicologici e relazionali nei vari livelli generazionali, analizzando i ruoli, le relazioni familiari, i rapporti tra i fratelli, i miti, i copioni, i segreti, i mandati e i riti familiari ed osservare la connessione tra eventi significativi della famiglia dal suo passato al suo presente.
L’utilizzo del Genogramma in terapia consente alla Persona di:
- Cogliere come all’interno del sistema familiare ognuno abbia una sua funzione che la rende “parte” imprescindibile di un tutto più ampio.
- Collocare la Persona nella sua storia.
- Porre l’accento sulla famiglia d’origine come spinta primaria per innescare un processo di differenziazione del Sé individuale.
- Cogliere in quale passaggio generazionale e in quale momento storico si collocano i blocchi che possono aver impedito o reso difficoltoso il processo di differenziazione individuale o hanno ostacolato e/o impedito i tentativi di cambiamento di precedenti modelli.
- Riappropriarsi del mondo emozionale.
- Scoprire come è avvenuto l’apprendimento di un determinato schema relazionale a partire dalle generazioni precedenti e, se disfunzionale, modificarlo (es. stile genitoriale, scelta del partner, etc.).
- Guardarsi indietro per andare avanti nei propri rapporti più significativi con una diversa e più matura realizzazione del proprio Sé.
- Riconoscere i problemi del presente come risposta ad un passato ancora in atto.
- Riconnettere problemi e difficoltà con momenti ed eventi critici del processo evolutivo della famiglia.
- Arricchire la gamma dei pensieri intorno alla storia familiare.
- Aiutare a percepirsi nella terapia come realmente protagonisti del proprio processo di cambiamento.
Metodo e ambiti di intervento
All’interno di un percorso psicologico, la Persona, attraverso la narrazione della propria storia familiare, agevola la costruzione del Genogramma, un’elaborazione grafica costituita da segni e simboli specifici di tutte le tipologie di relazioni ottenuta tramite un software di genealogia (es. Genopro).
Nella costruzione del Genogramma, l’intervento del terapeuta si prefigge di agevolare la Persona a descrivere i vari personaggi della storia familiare, chiedendo di ricercare aggettivi per definire le caratteristiche delle singole persone, di raccontare episodi significativi che le vede e/o non le implicate e di fornire informazioni sulle relazioni tra le coppie coniugali, le coppie genitoriali, i fratelli, i singoli genitori e i vari figli, le due stirpi di appartenenza e i personaggi significativi dell’intera storia.
All’interno del processo terapeutico, il contenuto grafico funge da stimolo per la costruzione di ipotesi sulle dinamiche di una Persona e del suo gruppo familiare STIMOLANDO RIFLESSIONI e RIELABORAZIONI significative sui modelli relazionali familiari, le varie connessioni trigenerazionali, le triangolazioni, gli eventi significativi che si sono verificati nel tempo, le risorse della famiglia di adattarsi ai cambiamenti, etc., consegnandogli nuove chiavi di lettura della sua storia familiare, nonché di se stessa.
Il Genogramma come strumento clinico può essere utilizzato nella:
Durante la costruzione e l’elaborazione del Genogramma, per connettersi con la propria storia familiare è possibile utilizzare anche le fotografie e i video della propria famiglia come spunto di ricordo, analisi e rielaborazione. Già partendo dalla raccolta delle foto e video da portare in terapia, la Persona è obbligata a fare una ricerca che spesso le riconduce in luoghi non più frequentati e soprattutto a riprendere contatti con familiari a volte da anni dimenticati e/o a ritornare emotivamente “dentro” momenti significativi che hanno lasciato traccia. Ciò permette di fermarsi su descrizioni e narrazioni per approfondirle, correggerle e utilizzarle come punto di partenza per ulteriori ragionamenti e considerazioni connettendole nel qui ed ora.
Il fatto di ‘rendere visibile’ ciò che prima non lo era, può alleggerirci e farci accettare ciò che prima non capivamo. Conoscere la propria storia, capire come essa s’inserisce nel nostro presente, significa conquistare la possibilità di esprimere un Sé autentico, essere indipendenti emotivamente e prendere decisioni, all’interno dei propri mondi di appartenenza, in piena consapevolezza e libertà.
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Essere ascoltati e confrontarsi in uno spazio professionale empatico e non giudicante è il primo passo per iniziare a prendersi cura di Sé.
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