La capacità di immaginare rappresenta una modalità di funzionamento importantissima per la nostra vita psichica.
L’immaginazione consente di visualizzare intenzionalmente nella nostra mente ricordi del passato, eventi che potrebbero accadere nel futuro o creare scene nuove, anche irreali che appartengono al mondo della fantasia.
L’immaginazione può anche avere una sfumatura intrusiva, una sorta di interferenza nei ricordi che arriva in modo involontario e impetuoso come nel caso del disturbo post traumatico da stress, confondendo il ricordo con l’esperienza reale.
In ogni caso, il processo immaginativo riveste un ruolo significativo nell’elaborazione delle informazioni, nonché nell’espressione delle emozioni. Quando immaginiamo si attivano le stesse aree cerebrali che sono coinvolte durante l’esperienza di eventi emotivi reali. Vengono coinvolti gli stessi circuiti neurali che reagiscono alla specifica informazione sensoriale, anche se questa è solo immaginata. Basti pensare, in prospettiva evoluzionistica, al fatto che visualizzare/immaginare il pericolo, permette al nostro organismo di attivarsi immediatamente per reagire e proteggersi, garantendo così una maggiore probabilità di adattamento e sopravvivenza.
Da qui si può cogliere la significatività che il processo immaginativo può avere in un percorso psicoterapeutico, attraverso il quale è possibile modificare il significato emotivo attribuito ad un evento archiviato in memoria come disturbante/traumatico, connotandolo, nel tempo presente, di un senso evolutivo per la Persona.
L’Imagery Rescripting (ImRS) nella Schema Therapy
L’immaginazione e la visualizzazione sono pratiche utilizzate fin dall’antichità con diversi obiettivi: dal facilitare l’accesso a contenuti interni più o meno consapevoli, al trovare ispirazioni e significati personali, al regolare la propria attività interna.
Il metodo che però più di tutti si avvicina all’ImRS viene approfondito e poi strutturato solo con Pierre Janet, neurologo, psicologo, filosofo e psichiatra francese, che nel suo libro “L’automatisme psychologique” (1889) parla di “sostituzione immaginativa”.
In seguito, il suo contributo viene ripreso da alcuni ipnoterapeuti e poi adattato ed esteso negli anni ’80 da Fritz Perls, medico, psichiatra e psicoanalista tedesco nei metodi della terapia della Gestalt.
Solo recentemente l’Imagery Rescripting o “riscrittura immaginativa” è entrata a far parte della Schema Therapy, uno dei nuovi settori della Terapia cognitivo – comportamentale.
Per il modello della Schema Therapy la sintomatologia e il modo di funzionare della Persona viene analizzata e compresa alla luce delle sue esperienze interpersonali e di attaccamento.
Per il raggiungimento dell’obiettivo terapeutico vengono utilizzate tecniche esperienziali/emotive, tecniche cognitive, tecniche comportamentali e tecniche relazionali. Tutte queste tecniche hanno l’obiettivo di correggere gli schemi, chiamati “schemi maladattivi precoci” (emozioni, pensieri, ricordi, sensazioni corporee dolorose che si sviluppano se bisogni universali d’amore, di protezione, autonomia, libertà, spontaneità – gioco e contenimento che non sono stati soddisfatti nell’infanzia) e sostituire gli stili di coping disadattivi con modelli di comportamento più funzionali.
Questi schemi possono essere attivati da particolari situazioni che in qualche modo richiamano gli eventi dolorosi del passato e possono essere rivissute ripetutamente nel corso della vita causando una sofferenza intensa e condotte relazionali disfunzionali. Queste condotte disfunzionali, i cosiddetti stili di coping (ad esempio, l’evitamento, la resa, l’ipercompensazione), che ognuno sviluppa per fronteggiare e/o evitare le emozioni intense possono mantenere oppure aggravare la problematica.
Secondo i pensieri del suo ideatore, Arnoud Arntz, Professore di psicologia clinica e presidente del Dipartimento di Psicologia dell’Università di Amsterdam, l’Imagery Rescripting o le tecniche basate sull’immaginazione fanno parte delle tecniche esperienziali. Queste tecniche contribuiscono a determinare un vero e proprio cambiamento, in quanto, permettono alla Persona di lavorare su un piano emotivo correttivo e non solamente sul piano razionale. Attraverso il lavoro terapeutico vengono stimolate le emozioni associate a quelli che nella Schema Therapy vengono chiamati “schemi maladattivi precoci”.
In questo processo, la Persona sperimenta un’alternativa di “adulto più evoluto” che adesso è in grado di elaborare le emozioni disfunzionali irrisolte, di occuparsi di Sé con la consapevolezza di Sé, di soddisfare i propri bisogni, quelli non soddisfatti nell’infanzia (almeno in parte), di sentirsi libera e finalmente al sicuro, allontanandosi dal vissuto traumatico d’ansia, di colpa, di vergogna, per vivere relazioni sane, autorealizzarsi e sentire di meritarsi di essere felice.
Le tecniche di Imagery possono essere utilizzate in fasi diverse della terapia
Nella FASE INIZIALE di raccolta di informazioni, valutazione e concettualizzazione, tali tecniche permettono di comprendere i bisogni della Persona e la natura del disagio e/o sofferenza. Attraverso le tecniche immaginative, è possibile collegare i vissuti che creano disagio nel presente alle loro origini nel passato (ponte tra presente e passato). Lavorando sulle emozioni del presente e sui ricordi delle esperienze biografiche emergono le modalità disfunzionali (schemi maladattivi).
Nella FASE CENTRALE del trattamento l’Imagery diventa una tecnica di intervento vero e proprio. Le scene riattivate in immaginazione permettono di riattivare l’elaborazione emozionale di esperienze traumatiche o di ferite emotive e appagare, sempre attraverso l’immaginazione, quei bisogni emotivi non soddisfatti nell’infanzia o nell’adolescenza della Persona.
All’interno del processo immaginativo, l’Imagery Rescripting permette di trasformare tali eventi. Ad esempio, nella scena immaginata può essere bloccata una persona aggressiva, si possono portare al sicuro le proprie “parti emotive bambine” e occuparsi adeguatamente di loro. E, ancora, emozioni come la colpa, la vergogna e il senso di minaccia possono essere trasformate e possono essere create sensazioni di padronanza e sicurezza. La progressione degli esercizi è orientata proprio verso questi obiettivi.
Sul piano cognitivo, l’immaginazione di eventi riattivata in un adulto capacità diverse e in un tempo diverso da quello del passato, dove le ferite emotive si sono create, permette una riattribuzione del significato assegnato all’evento doloroso. Un significato diverso da quello attribuito nel momento in cui è successo.
Nella FASE CONCLUSIVA della psicoterapia le tecniche di Imagery permettono di rafforzare e consolidare le nuove abilità e competenze acquisite nel corso dell’intervento e prepararsi per scenari futuri sfidanti o potenzialmente complessi per la Persona.
Imagery Rescripting e Terapia EMDR: confronto
Negli ultimi decenni l’interesse scientifico per l’Imagery è molto cresciuto, contribuendo ulteriormente al consolidamento dell’integrazione di questa tecnica in diversi protocolli validati.
L’efficacia dell’Imagery Rescripting, secondo i dati di ricerca forniti da Arntz, è paragonabile agli altri interventi specifici per le memorie traumatiche come la Terapia EMDR o la terapia cognitivo comportamentale.
Si può parlare di integrazione tra Terapia EMDR e Schema Therapy in Psicoterapia:
- L’approccio EMDR si basa sul modello di elaborazione adattiva dell’informazione (AIP) in base al quale ogni evento traumatico vissuto dalla Persona, viene archiviato in memoria insieme alle emozioni, percezioni, cognizioni e sensazioni fisiche disturbanti che hanno caratterizzato quel momento. In presenza di un trauma queste informazioni possono venire immagazzinate in modo disfunzionale e rimanere “cristallizzate” all’interno delle reti neurali senza possibilità di venire elaborate.
- La SCHEMA THERAPY, similmente all’EMDR, si basa sull’idea che ogni Persona può rimanere bloccata in “schemi maladattivi”, costituiti da memorie, emozioni, pensieri e sensazioni corporee, che condizionano disfunzionalmente la percezione di sé e del mondo e che si sviluppano quando i bisogni emotivi primari dell’infanzia non vengono adeguatamente soddisfatti.
Sia la Schema Therapy che l’EMDR lavorano sia a livello emotivo che a livello esperienziale. Per entrambi gli approcci le emozioni e le cognizioni sono archiviate in aree cerebrali diverse e quello che è compreso cognitivamente è differente da quello che è compreso emotivamente.
Quello che nella Schema Therapy viene chiamato “schema disfunzionale”, nell’ EMDR viene chiamato “cognizione negativa”, una credenza distorta che la Persona ha rispetto a se stessa e al mondo risultante dalla esperienza traumatica vissuta. Attraverso la tecnica del “floatback” entrambi gli approcci portano la Persona a rivisitare esperienze di vita dell’infanzia che verranno rielaborate:
- con l’EMDR attraverso la stimolazione bilaterale (tramite movimenti oculari o tapping) riducendo la sofferenza e la vividezza associate alle memorie traumatiche;
- con la Schema Therapy attraverso l’Imagery Rescripting puntando l’attenzione in modo particolare sul riconoscimento dei bisogni insoddisfatti e sulla riscrittura del significato attribuito al ricordo traumatico.
La letteratura suggerisce l’efficacia di entrambe le tecniche.
L’Imagery Rescripting si può inserire all’interno del processo terapeutico come una procedura di ristrutturazione di uno script, un copione cognitivo, emotivo ed esperienziale che alimenta alcuni disagi. Tra questi disagi Arntz riporta il disturbo post traumatico da stress, gli incubi, la fobia specifica, l’ansia sociale, la depressione, il disturbo ossessivo compulsivo, i disturbi alimentari e i disturbi di personalità.
POSSO ESSERTI D’AIUTO?
Essere ascoltati e confrontarsi in uno spazio professionale, empatico e non giudicante è il primo passo per iniziare a prendersi cura di Sé.
Puoi contattarmi per chiedere informazioni o fissare un appuntamento, stabiliremo insieme come proseguire e, se Tu deciderai, inizieremo un percorso personalizzato, in base ai tuoi bisogni, nel quale sarai parte attiva nel processo di ricerca del tuo benessere fisico, psicologico e relazionale.