l'ipnosi non esiste, tutto è ipnosi
Ipnosi Ericksoniana

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L’ipnosi è un fenomeno naturale, che si sviluppa anche spontaneamente per via dei processi dissociativi (esperienze naturali che consistono nel processamento di alcune informazioni e nella risposta ad alcuni stimoli fisici o ambientali senza che se ne abbia piena consapevolezza) ad esso sottesi. Ne deriva che l’intero impianto delle applicazioni cliniche ipnotiche non sia tanto centrato sull’induzione della trance quanto sul facilitare lo sviluppo di quei processi naturali e sulla loro utilizzazione (F. Carnevale in “Trattato di Ipnosi. Dai fondamenti teorici alla pratica clinica”, 2021).

 

La nuova ipnosi

Sebbene il termine “ipnosi” sia stato introdotto solo nel XIX secolo da James Braid, il mito dei misteriosi stati modificati di coscienza si è perso con il tempo. Una rivoluzione concettuale avviene con Milton Erickson (1979 – 1988), psichiatra e psicoterapeuta statunitense e fondatore della Società Americana di Ipnosi Clinica (American Society for Clinical Hypnosis – ASCH), che ridisegna radicalmente il concetto di ipnosi clinica.

Attraverso indagini sperimentali e analisi di casi clinici, Erickson ha evidenziato la dimensione scientifica e terapeutica dell’Ipnosi e della Psicoterapia Ericksoniana. Partendo dai cardini epistemologici del modello ericksoniano, l’ipnosi sembra mostrare potenzialità euristiche in svariati campi, fra i quali quelli delle neuroscienze e della semiotica, oltre che nel contesto della pratica clinica e della psicopatologia.

 

La trance ipnotica

L’esperienza della trance ipnotica riguarda la focalizzazione dell’attenzione ai ricordi, pensieri, emozioni e sensazioni provati riducendo, in quel momento, la percezione di quello che accade nell’ambiente intorno. Questo stato di “riduzione” dello stato di coscienza aumenta la capacità di rispondere attraverso automatismi alle suggestioni che vengono condivise dall’Ipnoterapeuta o che sorgono spontaneamente nella Persona.

Per Erickson, lo stato ipnotico implica “la perdita di orientamento nei confronti della realtà esterna e lo stabilirsi di un nuovo orientamento nei confronti di una realtà astratta” (M. Erickson in “American Journal Clinical Hypnosis”, 1964).

 

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L’Ipnosi è considerata come uno strumento psicologico che facilita il processo terapeutico perché lo stato di trance ipnotica riduce il controllo della coscienza e questo consente alla Persona di entrare in contatto con emozioni, ricordi, pensieri, sensazioni con i quali fa fatica a connettersi in un completo stato di veglia.

Le trance ipnotiche indotte dall’Ipnoterapeuta facilitano le esperienze ipnotiche terapeutiche del Paziente in modo che quest’ultimo possa riorganizzare interiormente e ad un livello profondo i significati e le esperienze della propria vita.

L’ipnoterapeuta perde il suo ruolo autoritario per adattare il proprio lavoro alla Persona, che viene intesa come attiva, partecipe e dotata di risorse e abilità autoipnotiche.

Il rapporto diventa così un legame intenso e di profonda collaborazione, in cui l’Ipnoterapeuta sostiene la Persona ad osservarsi e riconoscersi per le capacità e particolarità che le sono proprie, tra cui, appunto, la capacità di entrare in trance.

 

Osservazione ipnotica come ascolto e accoglienza

L’osservazione è fondamentale nella relazione terapeutica, sia per permettere all’Ipnoterapeuta di cogliere i minimi movimenti o micro espressioni (minimal cues), sia per far sentire la Persona completamente avvolta in un contesto di cura e attenzione. In tale contesto, attraverso gli occhi dell’Ipnoterapeuta, la Persona impara ad osservare se stessa con la stessa intensità e interesse.

 

L’ipnosi ericksoniana e l’approccio naturalistico

Il concetto stesso di trance o stato ipnotico viene considerato un aspetto assolutamente normale della vita quotidiana delle persone.

L’ipnosi è un fenomeno naturale, basti pensare con quale facilità e frequenza ci possiamo astrarre dalla realtà circostante nel corso di una giornata, per esempio, quando aspettiamo l’autobus o ci lasciamo assorbire dalla lettura di un libro che ci piace particolarmente o quando guidiamo.

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Approccio naturale significa l’accettazione della situazione che si incontra e la sua utilizzazione, senza tentare di ristrutturarla da un punto di vista psicologico. Quando lo si usa, il comportamento che il paziente presenta diventa un preciso aiuto e una parte effettiva nell’induzione della trance, invece di un probabile impedimento” (M. Erickson in “American Journal Clinical Hypnosis”, 1958).

 

Il rispetto per la Persona

Nell’ipnosi ericksoniana o naturalistica non vi sono soggetti resistenti, ma solo particolari modi di entrare in trance. Superata la vecchia idea di manipolazione o di potere da parte del terapeuta sul paziente, l’induzione di uno stato di ipnosi non diviene altro che il favorire e approfondire uno stato di alterazione di coscienza che normalmente la Persona già sperimenta durante momenti quotidiani.

In tale stato ipnotico avviene la terapia che, coerentemente con la modalità di induzione, si adatterà alle necessità che si rivelano istante dopo istante nella trance del paziente.

“Una delle considerazioni più importanti quando si induce l’ipnosi è quella di andare incontro in maniera adeguata al paziente come personalità e di rispondere ai suoi bisogni come individuo. Si cerca troppo spesso di adattare il paziente ad una tecnica formale di suggestione, invece di adattare la tecnica al paziente, secondo la sua situazione personale del momento” (M. Erickson in “American Journal Clinical Hypnosis”, 1958).

 

Utilizzazione delle risorse della Persona

Il problema o disagio portato in terapia e le difficoltà riferite sono parte della Persona e, in quanto tali, vanno accolte e rispettate. Le Persone per la loro unicità necessitano di una terapia unica, non vincolata da protocolli standardizzati e diagnosi limitative. Tale approccio al sintomo conduce nel concreto la Persona a raggiungere gli obiettivi terapeutici più velocemente, obiettivi definiti in funzione della singolarità e della complessità della Persona stessa.

“Il valore di questo tipo di tecnica di utilizzazione è basato sulla dimostrazione efficace al paziente che egli è completamente accettabile e che il terapeuta può trattarlo in maniera efficace nonostante il suo comportamento. La tecnica si adatta ai bisogni attuali del paziente e insieme utilizza come parte essenziale del procedimento di induzione proprio quel comportamento da cui il paziente è dominato” (M. Erickson in “American Journal Clinical Hypnosis”, 1958).

 

Come funziona l’ipnosi ericksoniana?

L’ipnosi ericksoniana si distingue nettamente dall’idea che generalmente si ha dell’ipnosi. Rimane certamente la particolarità dell’esperienza ipnotica che può produrre effetti d’impatto (ad esempio, da una semplice vivida immaginazione, fino alla catalessia, all’anestesia, all’amnesia, alla levitazione di arti, al recupero di ricordi o alterazioni repentine della percezione dello spazio e del tempo, etc.), ma tale “spettacolarità” è secondaria rispetto agli scopi della terapia e al benessere emotivo e psicologico della Persona.

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La co – costruzione di uno spazio ipnotico è il risultato dell’interazione tra Ipnoterapeuta e Paziente.

L’ipnoterapeuta utilizza strumenti quali: il colloquio clinico, l’osservazione, la fantasia, l’immaginazione (metafore, paradossi, etc.) rispecchiamenti delle posture dell’interlocutore e un particolare tono della voce, etc., in modo da recuperare in una “conversazione normale” gli stati di trance del Paziente, inducendolo in una trance ipnotica atta a realizzare in modo assolutamente informale un cambiamento terapeutico.

L’ascolto del Paziente, l’osservazione del suo stile comunicativo (ricalco), dei suoi modelli linguistici, induce uno stato di trance ipnotica del tutto naturale, che potenzia le risorse collocate nella mente inconscia della Persona.

“L’ipnoterapeuta esamina attentamente l’individualità del paziente per accertare, tra ciò che questi ha appreso dalla vita, quali esperienze e abilità mentali sono disponibili per affrontare il problema. Il terapeuta, quindi, facilita un approccio all’esperienza della trance in cui il paziente può utilizzare queste risposte assolutamente personali per raggiungere fini terapeutici(M. Erickson, E. Rossi in “Ipnoterapia”, 1982).

 

L’esperienza di riassociazione e riorganizzazione

Ogni passo di una terapia ipnotica ericksoniana viene cucito su misura sulla Persona e non sul problema o disagio che porta, cioè sulla diagnosi, ma sull’insieme delle sue personali caratteristiche che prendono forma e si esprimono in quell’esatto momento di fronte al terapeuta.

Il colloquio e il percorso terapeutico si basano sull’assunto che la situazione di disagio e/o il sintomo portato dalla Persona faccia parte di una rete di significati molto importanti per la Persona, significati che la definiscono. In tal senso, il processo trasformativo del disagio o sintomo, in senso più evolutivo per la Persona, sarà il focus terapeutico. “(…) È questa esperienza di riassociazione e riorganizzazione della propria vita esperienziale a produrre infine la guarigione (…)” (M. Erickson in “The Medical Clinics of North America”, 1948).

 

Il dialogo ipnotico naturalistico

Nell’ipnosi ericksoniana il colloquio può avere momenti di normale dialogo e momenti formali di induzione ipnotica, ma sarà spesso caratterizzato da continue oscillazioni tra vari stati di coscienza, indotti direttamente, ma ancor più indirettamente dal terapeuta, allo scopo di creare e mantenere un contesto generativo e associativo tra la situazione problematica riportata e altri possibili aspetti fino a prima non considerati.
Il cambiamento o la “guarigione” si raggiunge sempre in modo consapevole, ma non per forza tale consapevolezza e chiarezza si trasferiranno a quella che viene definita coscienza ordinaria. In altre parole, la riorganizzazione che porta alla “guarigione” avviene (solitamente) in uno stato di trance, cioè in uno stato di coscienza non ordinario. Nel momento in cui ciò avviene, la Persona ne ha chiaramente consapevolezza, ma è possibile che al risveglio della trance la Persona percepisca solo l’effetto benefico del cambiamento, senza essere consapevole delle ragioni per cui esso sia avvenuto.

Altre volte il dialogo si baserà su un “doppio binario” e, mentre la Persona sarà attenta a ciò che appare in una normale conversazione, il Terapeuta e l’inconscio del Paziente staranno dialogando per raggiungere l’obiettivo terapeutico.

 

Il processo ipnotico nell’Ipnosi Ericksoniana

 

Secondo il modello Ericksoniano possono essere descritte tre fasi principali del processo ipnotico:

PREPARAZIONE

In questa fase si mettono le basi per la costruzione del rapport, definito da Erickson “lo stato in cui la concentrazione e la consapevolezza del soggetto sono dirette unicamente sull’ipnotista e su quanto l’ipnotista desidera inserire nella situazione di trance, con l’effetto di dissociare il soggetto stesso da ogni altra cosa”. Il rapport è sostenuto, in questa prima fase, dalla relazione terapeutica che dovrebbe fondarsi su un reciproco sentimento di fiducia tra Paziente e Ipnoterapeuta.

 

TRANCE IPNOTICA TERAPEUTICA

Le resistenze del Paziente si abbassano per lasciare sempre più spazio ai fenomeni immaginativi, a nuove esperienze, nuovi stati emotivi, nuove sensazioni corporee. In questa fase, il Paziente diventa maggiormente recettivo e in grado di aprirsi a nuove intuizioni e consapevolezze.

Questa fase si definisce attraverso cinque stadi:

  1. FISSAZIONE DELL’ATTENZIONE caratterizzata dalla focalizzazione da parte del Paziente su un punto o tema specifico. Per raggiungere questo stadio, l’Ipnoterapeuta può chiedere al Paziente di fissare un punto o concentrarsi sul respiro o sulla sua voce, etc. Questa modalità riprende la naturale abitudine che tutte le Persone hanno durante il giorno, infatti, durante la giornata, tutti viviamo lievi stati di induzione ipnotica, ad esempio, quando la nostra attenzione si focalizza su qualcosa e ci dimentichiamo di tutto il resto.
  2. DEPOTENZIAMENTO DEGLI SCHEMI ABITUALI DI RIFERIMENTO E CREDENZE: la dimensione logica e critica inizia a lasciare spazio ad una dimensione immaginifica, e attraverso questo processo vengono decostruiti gli schemi abituali (emotivi, cognitivi, sensoriali, psicologici, comportamentali) con i quali il Paziente vive il mondo. Emerge uno spazio più creativo, più profondo, che agevola nuove intuizioni.
  3. RICERCA INCONSCIA realizzata attraverso domande, giochi di parole, o altre forme di suggestione ipnotica indiretta, come le metafore, il racconto di storie, etc.
  4. PROCESSO INCONSCIO attraverso il quale si stimola l’attivazione di associazioni inconsce e processi mentali.
  5. RISPOSTA IPNOTICA ovvero, la naturale risposta del Paziente. Essa è diversa da Persona a Persona, alcuni presentano un intenso stato di rilassamento, catalessia, anestesia, amnesia, regressione d’età, altri, seppur raramente, uno stato di sonnambulismo.

 

VALUTAZIONE E RATIFICA DEL CAMBIAMENTO TERAPEUTICO

In questa fase, il Terapeuta condivide con il Paziente le alterazioni sensoriali e percettive che ha colto in lui. Ciò permette al Paziente di prendere maggiore consapevolezza degli effetti del cambiamento elicitati dall’induzione e di rafforzare la relazione terapeutica. Questa particolare condizione, che è tipica della relazione terapeutica, ha un significativo valore diagnostico e terapeutico, in quanto aumenta la responsività della Persona nei confronti dell’Ipnotista e del lavoro terapeutico.

 

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Ipnosi regressiva

Una delle manifestazioni più interessanti dell’ipnosi è la regressione ipnotica, una particolare condizione in cui è possibile rivivere esperienze passate ed avere accesso a ricordi, emozioni, pensieri, anche molto lontani nel tempo, che non sono stati elaborati in modo adeguato e che fanno emergere e/o mantengono in essere problemi/disagi psicologici ed emotivi nel momento attuale.

La regressione ipnotica si distingue in:

  • REGRESSIONE D’ETÀ attraverso la quale la Persona “rivive” il suo passato, con la personalità attuale. Si tratta di una pseudoregressione durante la quale la Persona, favorita dalla trance ipnotica e dalla maggiore capacità di attenzione e concentrazione mentale, diventa capace di ricordi che difficilmente rievocherebbe nello stato di veglia.
  • RIVIVIFICAZIONE attraverso la quale la Persona rivive un’esperienza passata come se la sperimentasse al presente. La Persona diventa capace non solo di ricordare cose “dimenticate” da tempo, ma anche di rivivere situazioni proprie dell’età e del periodo in cui è regredita.

 

L’ipnosi regressiva permette di andare a ricordare eventi significativi del passato, per “guarire” il presente. Non si tratta di un semplice ricordare. Le neuroscienze stanno affermando che il processo mnestico a livello neuronale corrisponde più ad un rivivere ciò che abbiamo sperimentato piuttosto che ad un semplice ricordare con distacco ciò che è stato. In altre parole, ogni volta che ricordiamo andiamo, in parte, a rivivere il passato, ma con la consapevolezza che quello che ricordiamo è passato.

Lo stato di ipnosi regressiva fa rivivere alla Persona con maggiore intensità gli eventi del passato, permettendole di accrescere la consapevolezza circa i propri vissuti, ritornando in contatto con parti di se stessa spesso dimenticate, nonché di intervenire su questi vissuti andando a vivere o rivivere scenari differenti, modificando parte di ciò che è stato, trasformandolo in senso evolutivo.

 

Ipnosi metaforica

L’ ipnosi metaforica è una particolare tipologia di ipnosi che utilizza la metafora per trasmettere messaggi più profondi all’inconscio, depositario della memoria procedurale della Persona.

In passato, l’inconscio era considerato un “luogo” dove si depositavano complessi, blocchi, le paure più profonde della vita. Personaggi come Freud usavano l’ipnosi come strumento per rievocare questi complessi e superarli, cercando di aiutare le persone a superare i sintomi isterici o nervosi.

Il cambiamento che ha portato Milton Erickson nel descrivere il significato dell’inconscio è stato grande. Per Erickson l’inconscio è un contenitore prezioso contenente ogni risorsa e possibilità della Persona. Il lavoro terapeutico di Erickson non era quello di rievocare eventi traumatici del passato, piuttosto quello di sostenere la Persona aiutandola a ritrovare dentro di sé tutte le sue energie per affrontare le difficoltà. Per far questo Erickson e altri terapeuti hanno iniziato a utilizzare il linguaggio dell’inconscio, ovvero il linguaggio simbolico, che è anche quello dei sogni.

Durante il sonno, l’inconscio parla con la Persona attraverso i sogni, facendole fare esperienza, facendole pervenire immagini chiare o confuse, mostrandole alternative da percorrere, spingendola a riesaminare il passato. Se l’inconscio parla la Persona attraverso i sogni, noi possiamo interagire con l’inconscio attraverso il suo linguaggio, ovvero il linguaggio metaforico.

Attraverso l’induzione ipnotica, utilizzando il linguaggio dell’inconscio ovvero quello simbolico, è possibile sperimentare uno stato di rilassamento progressivamente sempre più profondo, ri – vivendo emozioni e sensazioni intense e dal grande effetto terapeutico. Tale condizione è consentita per l’assenza del pensiero critico e di quello logico.

Un’induzione di ipnosi metaforica si svolge attraverso una narrazione da parte del Terapeuta di storie dal contenuto simbolico molto significativo, l’inconscio attinge alle sue risorse naturali, permettendo alla Persona così profondamente rilassata di vivere intensamente la storia raccontata, traendone i benefici terapeutici dell’esperienza.

Parlare di inconscio (mente inconscia) e conscio (mente conscia) non deve far pensare ad una personalità divisa, in conflitto con se stessa. Tale costrutto teorico utilizzato nella terapia ipnotica, serve a rappresentare l’idea che vi siano, al di là delle possibilità attuali (consce), delle risorse potenziali (inconsce). E’ compito e obiettivo della terapia farle divenire accessibili e trasformative, in senso evolutivo, per la vita della Persona.

 

Siamo tutti ipnotizzabili?

L’induzione ipnotica Eriksoniana non è mai uguale a se stessa. Secondo Erickson siamo tutti ipnotizzabili, ma per ciascuna Persona l’ipnosi assume un significato diverso, unico.

Ciascuna seduta, ciascuna induzione ipnotica è il risultato di quello specifico e irripetibile momento di incontro tra Paziente e Terapeuta.

In ambito clinico, il metodo terapeutico è già di per sé parte del trattamento.

In generale, per misurare la capacità di una Persona di raggiungere un livello più o meno profondo di ipnosi, può essere utilizzata uno strumento standardizzato, quale la Scala Stanford di suscettibilità ipnotica che prevede diversi livelli di profondità, dalla chiusura degli occhi, alla completa amnesia di quanto avvenuto durante l’ipnosi.

Nella pratica clinica, ci sono persone che, soprattutto all’inizio, fanno più fatica a lasciarsi andare, ma con il proseguire del percorso riescono sempre più a rilassarsi e ad immergersi nel proprio mondo inconscio.

Le controindicazioni riguardano la condizione clinica del Paziente che va sempre prima esaminata in fase di consulenza prima di procedere con l’ipnosi.

 

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Le applicazioni cliniche dell’Ipnosi Ericksoniana

L’utilizzo dell’Ipnosi ericksoniana è applicabile: in medicina e odontoiatria attraverso la terapia del dolore e in psicologia clinica per il trattamento di disturbi gastrointestinali, disturbi psicosomatici, ansia, fobie, depressione, attacchi di panico, stress, disturbi alimentari, tabagismo, disturbi sessuali, migliorare l’autostima e la sicurezza in se stessi, potenziare i processi decisionali e le performance, gestire le emozioni, migliorare la qualità del sonno, etc.

 

POSSO ESSERTI D’AIUTO?

L’utilizzo dell’Ipnosi ericksoniana è molto utile per aiutare la Persona a comprendere meglio le proprie capacità e a poterle utilizzare.

“Consideriamo l’ipnoterapia un processo mediante il quale aiutiamo le persone a utilizzare le loro associazioni mentali, ricordi e potenzialità vitali per raggiungere il proprio scopo terapeutico. La suggestione ipnotica può facilitare l’utilizzazione di capacità e potenzialità che esistono già nella persona ma che rimangono inutilizzate o sottosviluppate per mancanza di esercizio o perché non comprese” (M. Erickson, E. Rossi in “Ipnoterapia, 1982).

L’obiettivo terapeutico non consiste nell’aggiungere qualcosa di mancante (deficit) e neppure nel correggere aspetti psicopatologici, ma di evocare le risorse della Persona. A questo scopo, è necessario costruire un intervento che sia il più possibile corrispondente a quelle che sono le caratteristiche, le aspettative ed i bisogni di “guarigione” e crescita personale della Persona. Le risorse spontaneamente presentate vengono quindi utilizzate attraverso l’ipnosi per introdurre possibilità di sviluppo nella terapia.

 

La soluzione è già dentro la Persona: bisogna solo attivarla.

 

È proprio per l’incisività della sua azione nello psichico e nel somatico, che la psicoterapia ipnotica si annovera tra le più valide delle psicoterapie brevi.

Essere ascoltati e confrontarsi in uno spazio professionale, empatico e non giudicante è il primo passo per iniziare a prendersi cura di Sé.

Puoi contattarmi per chiedere informazioni o fissare un appuntamento.

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