Il training cognitivo è un processo che utilizza una serie di esercizi strutturati e ripetitivi finalizzati a migliorare, potenziare, preservare o riabilitare le funzioni cognitive di una Persona come la memoria, l’attenzione, il ragionamento e il problem solving, riuscendo a generalizzare i risultati ottenuti oltre il contesto specifico del training.
Quali sono le basi scientifiche?
L’allenamento mentale si basa sulla “neuroplasticità” (o plasticità cerebrale), ovvero la capacità del cervello di cambiare nel corso della vita di una Persona.
La ricerca dimostra che, se sottoposto a stimolazioni ambientali, a cambiamenti fisiologici o eventi patologici o traumatici, il nostro cervello si modifica, si adatta in risposta all’esperienza e la sua adattabilità rappresenta un fondamento essenziale per il processo di apprendimento che dura per tutta la vita.
Nel caso di lesioni cerebrali, per esempio, i neuroni attigui all’area interessata dal trauma, si riorganizzano per sostituire i neuroni danneggiati (recupero spontaneo). Oppure, cellule inattive possono andare, entro un certo limite, a sostituire quelle perse (fenomeno della ridondanza). In caso di patologie neurovegetative, i meccanismi di ridondanza e plasticità si attivano nelle prime fasi della malattia, per contrastare la morte cellulare.
Interventi di training cognitivo, sfruttando la plasticità neuronale, consentono di rinforzare le connessioni tra i neuroni e mantenere allenate le capacità ancora presenti.
Quando intraprendere un training cognitivo
I primi segnali sui quali porre attenzione possono essere di natura cognitiva, come ad esempio, la difficoltà di concentrazione o distraibilità, problemi di memoria, difficoltà nel portare a termine il lavoro, difficoltà a trovare le parole giuste, il disorientamento nell’ambiente familiare, etc. Anche segnali fisici come la stanchezza, la sonnolenza durante il giorno, disturbi del sonno, mal di testa, disturbi gastrointestinali, tensioni muscolari che si aggravano nei giorni lavorativi possono essere messaggi da non trascurare.
Il training cognitivo è efficace:
- nel rallentare il declino cognitivo legato all’invecchiamento, mantenendo attive le funzioni cognitive come attenzione, memoria e abilità esecutive;
- nel lavorare sull’orientamento spazio temporale e sul linguaggio (comprensione, produzione, scrittura, lettura, capacità di ripetere parole di fronte a traumi/patologie cerebrali come ictus, traumi cranici, tumori cerebrali o malattie neurovegetative come l’Alzheimer;
- nel contribuire alla risoluzione dei disturbi specifici dell’apprendimento (DSA) durante l’età evolutiva.
Come si svolgono gli esercizi del training cognitivo?
Gli esercizi di training cognitivo sono diversificati in relazione alle specifiche funzioni cognitive che si intendono potenziare o ripristinare.
Possono includere attività di memorizzazione, esercizi di attenzione, problem solving, esercizi di lettura e scrittura, esercizi di calcolo numerico, oltre a simulazioni di situazioni di vita quotidiana.
Gli esercizi, solitamente suddivisi in schede, si presentano come giochi che richiedono di memorizzare la posizione di specifici oggetti in un’immagine, oppure di memorizzare colori, forme o volti, riconoscere immagini simili, numeri e lettere tra loro affini o identificare differenze tra oggetti, lettere o numeri.
Gli esercizi variano a seconda delle diverse fasce di età. L’aumento della difficoltà è graduale, consentendo agli individui di progredire in modo ottimale in base alle proprie capacità. Gli esercizi vengono solitamente realizzati carta e matita oppure al computer, ed inoltre, si possono presentare esercizi che ripropongono attività di vita quotidiana.
Lo scopo è migliorare la qualità di vita della Persona, ma le modalità e gli obiettivi sono diversi.
Il trattamento prevede sedute strutturate con una durata in media 40 – 50 minuti, svolte con frequenza settimanale. Ogni attività viene personalizzata in base ai bisogni della Persona.
TRAINING COGNITIVO PER LE DEMENZE
Le demenze sono malattie neurodegenerative dell’encefalo che insorgono solitamente in età avanzata (ci sono delle eccezioni) determinando un progressivo impoverimento delle facoltà cognitive di una Persona incidendo sull’autonomia e sulla sua qualità di vita.
Esistono numerosi tipi di demenza: le quattro più comuni sono il morbo di Alzheimer, la demenza vascolare, la demenza con corpi di Lewy e la demenza frontotemporale.
Le cause della demenza non sono ancora state chiarite del tutto. Al momento, l’unica certezza è che, a provocarne l’insorgenza, sono la morte delle cellule nervose cerebrali e/o il loro cattivo funzionamento a livello di comunicazione intercellulare.
Le persone che esprimono demenza possono manifestare una vasta gamma di segnali e segni, che variano a seconda della zona di cervello colpito. Purtroppo, molto forme di demenza sono incurabili. Infatti, non esiste ancora un trattamento in grado di far regredire o, quanto meno, arrestare il processo di neurodegenerazione di cui sono responsabili.
Tra i segnali tipici ai quali prestare attenzione, che potrebbero far propendere verso una diagnosi di demenza senile, si osservano quelli riguardanti la memoria (non ricordarsi dove si è messo un dato oggetto, ripetere le stesse domande di frequente, dimenticare ciò che prima era di semplice richiamo, etc.), l’umore (tendenza alla sospettosità, all’irritabilità, ansia, insonnia, etc.) e il cambiamento comportamentale (difficoltà a svolgere la normale routine quotidiana, difficoltà ad orientarsi, isolamento, minor gioia nel condividere attività prima piacevoli, ripetitività ,etc.).
Attualmente, il training cognitivo è il trattamento non farmacologico più efficace nella cura dell’Alzheimer e di altre demenze. Questo intervento ha effetti positivi sulle abilità cognitive, sullo stato affettivo e sulla qualità della vita, nonché sul benessere psicologico, emotivo e relazionale dei familiari.
Il Training cognitivo per le demenze è un’attività altamente strutturata che può essere condotta individualmente o in piccoli gruppi. La stimolazione delle abilità cognitive avviene attraverso attività non frustranti e adattate alle capacità della Persona. Questo trattamento è individualizzato e risponde specificatamente ai bisogni cognitivi, emotivi e motivazionali della Persona.
Il Training cognitivo per le demenze consiste nella ripetizione di:
- Esercizi che favoriscano l’orientamento spazio temporale.
- Esercizi di riconoscimento di volti ed oggetti.
- Esercizi che stimolano il linguaggio incoraggiando le abilità di denominazione e di comprensione.
- Esercizi di logica attraverso la manipolazione di stimoli diversi.
- Esercizi di stimolazione delle attività prassiche.
Il coinvolgimento dei familiari e/o caregiver è importante, possono essere informati e formati per riprodurre alcuni esercizi con il proprio familiare anche all’esterno del setting clinico, per riprodurre delle strategie corrette per interagire con la Persona, per intercettare e rispondere in modo appropriato ai suoi bisogni e riuscendo a prevenire ed a gestire i disturbi comportamentali.
Un’attività che può essere proposta alla Persona con demenza con il coinvolgimento del familiare e/o caregiver è la terapia della reminiscenza, un intervento nel quale il ricordo diventa lo strumento più importante per stimolare le risorse mnestiche residue, in particolar modo la memoria autobiografica e le esperienze emotivamente piacevoli. Tale tecnica utilizza la propensione dell’anziano a rievocare il proprio passato, arricchendolo di ricordi e facilitare gli aspetti relazionali. Un’altra attività da fare coinvolgendo i familiari e/o caregiver è la terapia di orientamento alla realtà (ROT), un intervento finalizzato a riorientare il paziente rispetto a sé, alla propria storia e all’ambiente circostante attraverso stimolazioni multimodali (verbali, visive, scritte, musicali) in modo da rafforzare le informazioni di base rispetto alle coordinate spazio- temporali dell’ambiente di vita.
Training cognitivo rivolto ad anziani “attivi”
Il training cognitivo può anche riguardare, coerentemente al concetto di “Invecchiamento Positivo”, anche persone che, pur non presentando alcun tipo di compromissione, vogliono mantenersi attive dal punto di vista cognitivo. Consiste, quindi, nella stimolazione di alcune abilità cognitive per una gestione della quotidianità più funzionale ed una conservazione il più a lungo possibile delle funzioni cognitive attuali. Vengono potenziate memoria, attenzione, ragionamento e linguaggio, permettendo l’acquisizione di una maggiore fiducia nelle proprie capacità ed una maggiore autonomia a lungo termine.
Sostegno psicologico per l’anziano
La Persona anziana può incorrere in momenti di disagio psicologico. Tale malessere può essere legato ai cambiamenti della sua vita oppure alla comunicazione di una diagnosi infausta per lui o per i suoi cari. In questi casi il colloquio, con uno psicologo, potrebbe aiutarlo ad affrontare il disagio ad affrontare il malessere, gli stati d’umore bassi, a riconoscere e promuovere le risorse personali presenti, favorendo un suo benessere psicologico e relazionale, nonché il miglioramento della sua qualità di vita.
Sostegno psicologico per familiari e caregiver
I familiari e/o i caregiver di un familiare malato lo accudiscono utilizzando molte energie. Spesso la cura di se stessi è abbandonata, il raggiungimento dei propri obiettivi messo in pausa, con emozioni quali rabbia e senso di colpa a fare da sottofondo. Inoltre, possono comparire una serie di disturbi psicofisici quali gastriti, mal di testa, continua stanchezza e dolori dovuti allo sforzo fisico che si compie. In questi casi può essere molto utile un percorso per sostenere chi sostiene in modo da avere un supporto nel momento di affaticamento psicologico ed emotivo che si sta vivendo.
POSSO ESSERTI D’AIUTO?
Essere ascoltati e confrontarsi in uno spazio professionale, empatico e non giudicante è il primo passo per iniziare a prendersi cura di Sé o di qualcuno importante per Te.
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