Il termine “psicosomatico” fu usato per la prima volta nel 1818 dallo psichiatra tedesco Johann Heinroth, gettando le fondamenta di una modalità di interpretare le malattie secondo una visione più completa e più moderna.
La psicosomatica è un ambito di studi che si colloca a metà strada tra la medicina e la psicologia.
Approfondisce la relazione tra mente e corpo, ovvero tra il mondo emozionale ed affettivo e il soma.
Si considera la Persona umana come una unità indivisibile, in cui il disturbo si manifesta a livello organico come sintomo e a livello psicologico come disagio.
Il vecchio concetto di malattia intesa come effetto di una causa viene sostituito con una visione multifattoriale, secondo la quale ogni evento e/o alterazione organica è conseguente all’intrecciarsi di molti fattori, tra cui anche quelli psicologici.
La psicosomatica presta attenzione non solo alla manifestazione fisiologica della malattia, ma anche all’aspetto emotivo che l’accompagna, soma e psiche esprimono la stessa realtà su piani diversi: uno mentale, psichico e, talora, anche spirituale e uno corporeo.
Nello specifico, la psicosomatica ha lo scopo di rilevare e comprendere gli effetti negativi che la psiche (mente) produce sul soma (corpo).
Il disturbo psicosomatico si definisce come la risposta fisica ad un disagio psicologico.
Situazioni di stress, stati d’ansia diffusi, paura costante o di forte preoccupazione possono portare il fisico ad esprimere, sotto forma di campanello di allarme, un disagio più profondo.
I sintomi psicosomatici non derivano né da una condizione medica generale, né dagli effetti diretti di una sostanza, ma dalla presenza di un disagio emotivo, psicologico.
I sintomi psicosomatici coinvolgono il Sistema Nervoso Autonomo e forniscono una risposta vegetativa a situazioni di disagio psichico o di stress.
Le emozioni negative, come il risentimento, il rimpianto, la preoccupazione e la rabbia possono mantenere il Sistema Nervoso Autonomo (sistema simpatico) in uno stato di eccitazione, nonché il corpo in una condizione di emergenza continua, a volte per un tempo più lungo di quello che l’organismo è in grado di sopportare.
I pensieri troppo angosciosi possono mantenere il Sistema Nervoso Autonomo in uno stato di attivazione persistente, provocando disturbi di natura fisica e psicologica.
La problematica principale è rappresentata dalla difficoltà da parte della Persona di portare a livello di coscienza alcuni contenuti esperienziali e/o emozionali e farli oggetto di una comunicazione attraverso la quale l’esperienza realizzata sia conoscibile ed esprimibile attraverso le funzioni del pensiero.
Quando la Persona si trova ad affrontare una coinvolgente esperienza psicosomatica si trova nell’ impossibilità di distinguere un evento somatico da uno psichico ed è preda di un vissuto senza nome, che genera enorme sofferenza, confusione, fatica ed emozioni spiacevoli, fino a giungere a stati di ansia elevati.
Tipologie di sintomi psicosomatici
La Persona psicosomatica effettua uno spostamento o una conversione: un problema di matrice psicologica viene spostato o convertito verso un malessere corporeo, che può riguardare una parte del corpo o un organo particolarmente sensibile.
Il meccanismo che sta alla base dei disturbi psicosomatici è la necessità delle emozioni di trovare uno sbocco, anche quando esse risultano troppo dolorose per poter essere sentite e vissute come tali.
In particolare, sono le emozioni dolorose e insopportabili che spingono il corpo a difendersi e a manifestare il disagio su alcuni organi, chiamati bersaglio. Questa loro obbligatorietà a esprimersi fa sì che le emozioni trovino una via di scarico immediata nel corpo, prendendo forma in uno o più sintomi organici.
I disturbi psicosomatici sono una specie di meccanismo di difesa contro le emozioni sopraffacenti che portano il disagio psicologico a esprimersi direttamente attraverso il corpo.
Disturbi di tipo psicosomatico possono manifestarsi a carico di tutti gli organi e apparati del corpo umano:
- Nell’apparato gastrointestinale: gastrite psicosomatica, colite spastica psicosomatica, ulcera peptica, etc.
- Nell’apparato cardiocircolatorio: tachicardia, aritmie, cardiopatia ischemica, ipertensione essenziale, etc.
- Nell’apparato respiratorio: asma bronchiale, sindrome iperventilatoria, etc.
- Nell’apparato urogenitale: dolori mestruali, impotenza, eiaculazione precoce, anorgasmia, enuresi, etc.
- Nel sistema cutaneo: psoriasi, acne, dermatite psicosomatica, prurito, orticaria, secchezza della cute e delle mucose, sudorazione profusa, etc.
- Nel sistema muscoloscheletrico: cefalea tensiva, crampi muscolari, stanchezza cronica, torcicollo, fibromialgia, artrite, dolori al rachide, etc.
- Nel sistema pseudo-neurologico: alterazioni della coordinazione e/o dell’equilibrio, paralisi o ipostenie localizzate, difficoltà a deglutire, afonia, cecità, sordità, diplopia, amnesie, etc.
- Nel sistema endocrino: ipertiroidismo o ipotiroidismo, ipoglicemia, diabete mellito, etc.
- Nell’alimentazione: anoressia, bulimia, binge eating disorder, etc.
Simbolismo del corpo
Le teorie che considerano il simbolismo degli organi li distinguono in:
Per dichiarare una diagnosi di disturbo psicosomatico, uno o più dei sintomi citati, o altri non elencati, devono essere presenti per almeno sei mesi, anche in modo non continuativo e variabili per tipologia/combinazione, generando una rilevante preoccupazione del tutto immotivata. Le indagini mediche approfondite devono aver già escluso la presenza di malattie organiche.
La Persona che presenta disturbi psicosomatici tende ad essere estremamente dipendente dagli altri, a ricercare continuamente supporto e rassicurazione, a controllare ripetutamente una o più parti del corpo alla ricerca di anomalie o per controllare possibili variazioni di dettagli, a evitare qualunque tipo di attività fisica, ritenuta dannosa per la salute e ad assumere atteggiamenti aggressivi di fronte a chi lo contraddice, soprattutto su questioni relative alla salute.
I disturbi psicosomatici possono essere correlati a depressione, disturbi d’ansia, ipocondria, precedenti e/o concomitanti con l’esordio dei disturbi psicosomatici, oppure svilupparsi secondariamente come conseguenza del deterioramento della qualità di vita e delle relazioni determinato dal loro atteggiamento.
I disturbi psicosomatici si correlano anche a disturbo di personalità, soprattutto di tipo borderline e antisociale.
Come insorgono i disturbi psicosomatici
Le motivazioni dell’insorgere di una malattia psicosomatica possono essere legate a molteplici fattori.
Tra i fattori di rischio, scatenanti i sintomi psicosomatici, vi sono:
- Fattori genetici e biologici.
- Tratti di personalità.
- Stress psicosociale.
- Eventi di vita traumatici.
- Disturbi psicologici sottostanti.
- Etc.
I disturbi psicosomatici sono il risultato di meccanismi interagenti a livello cellulare, personale, interpersonale e ambientale.
Esistono molti modelli interpretativi che cercano di spiegare l’insorgenza del sintomo, da approcci più psicodinamici fino ad arrivare ad altri più bioenergetici o gestaltici. Le ricerche nel campo delle Neuroscienze, ad esempio, aprono interessanti prospettive nell’individuazione di connessioni neurali tra alcuni centri cerebrali, individuati in corso di stati emozionali e altre zone cerebrali che si attivano nel corso dell’elaborazione dell’esperienza.
EMDR e disturbi psicosomatici
Nelle vite di tutti esistono episodi, momenti, esperienze, traumi che lasciano un segno indelebile, quasi sempre latente. A volte queste esperienze traumatiche e/o negative vengono vissute in maniera reiterata per mesi, spesso per anni ed è molto complesso rielaborarle.
I contenuti psichici legati a queste esperienze del passato vengano dissociate e tenute “alla larga” dalla consapevolezza, così da preservare un apparente equilibrio psichico e di benessere.
L’economia delle emozioni, però, non prevede che contenuti così significativi, ma così insopportabili, possano cancellarsi. Questi contenuti vengono quindi “esternalizzati” sul e attraverso il corpo.
È il corpo a far da portavoce di una sofferenza laddove la mente non può darsi il permesso di farlo.
Sempre più spesso nella pratica clinica emerge una correlazione tra l’esistenza di traumi relazionali non riconosciuti e/o non ricordati e sintomi psicosomatici.
Ad oggi è la stessa Organizzazione Mondiale della Sanità indicare la Terapia EMDR (Eye Movement Desensitization and Reprocessing) come trattamento d’elezione per i disturbi psicologici conseguenti a situazioni traumatiche.
Ipnosi e disturbi psicosomatici
Per alcune persone, non esiste possibilità di simbolizzazione alternativa di certi contenuti inerenti al proprio mondo interno, pertanto la malattia psicosomatica rappresenta una modalità indiretta di espressione, una metafora di ciò che viene inconsapevolmente ritenuto inaccettabile.
Ad esempio, problematiche relazionali con alla base emozioni negative non espresse, come la rabbia, possono tradursi in una malattia psicosomatica che si manifestava attraverso il primo organo utilizzato dall’essere umano nel contatto con il mondo esterno: la pelle.
In altri casi, invece, il problema si può trasformare in una modalità più generale di funzionamento. Ad esempio, persone che sembrano non vivere la propria sfera affettiva, come nel caso dell’alessitimia, si ha difficoltà a riconoscere, esprimere e distinguere le diverse emozioni e sensazioni corporee. In altre parole, l’alessitimico presenta una serie di caratteristiche cognitive ed affettive che comprendono una difficoltà a riconoscere e ad esprimere verbalmente i propri sentimenti, la ridotta capacità di creare fantasie e rievocare le esperienze oniriche, la mancanza di introspezione e l’eccessiva preoccupazione per i dettagli riguardanti i propri sintomi somatici. Qui il linguaggio del corpo risulta essere fondamentale per acquisire le informazioni che, se decodificate correttamente, possono essere determinanti nella buona riuscita di un intervento psicoterapeutico.
La psicoterapia ipnotica permette un’equilibrata interazione con l’ambiente esterno. Ciò consente alla Persona di esplorare ed apprendere una visione nuova circa la propria realtà e un miglioramento dell’autostima come conseguenza della maggiore consapevolezza nelle proprie risorse e potenzialità, talvolta dimenticate.
L’ipnosi terapeutica si fonda su una collaborazione attiva della Persona e rappresenta un vero e proprio training attraverso il quale accedere a risorse che abitualmente agiscono “sotto soglia” senza essere direttamente percepite e orientate dalla propria coscienza razionale. L’utilizzo dell’ipnosi all’interno di un lavoro psicoterapeutico e la sua integrazione con tecniche psico – corporee e cognitivo – comportamentali costituisce l’approccio più completo ed efficace, consentendo un intervento su più livelli che ben corrisponde alla natura complessa e multifattoriale propria dei fenomeni psicosomatici.
L’ipnosi consente la modulazione e regolazione di quei processi psicofisiologici e neurovegetativi che sono direttamente coinvolti nei disturbi somatici, consentendo lo sviluppo di un diverso equilibrio psico – biologico nel quale non trova più posto il sintomo psicosomatico.
Come affrontare e superare i disturbi psicosomatici?
Per affrontare e superare i disturbi psicosomatici è possibile fare alcune riflessioni.
Intervento terapeutico
Talvolta, le persone che presentano disturbi psicosomatici possono attaccarsi alla convinzione, nonostante la mancanza di prove a riguardo, che i propri sintomi abbiano una causa organica sottostante, respingendo ogni indicazione che può suggerire l’importanza dei fattori psicologici nell’espressione degli stessi.
Essendo i disturbi psicosomatici il risultato di un’interazione di vari fattori, una visione terapeutica multidisciplinare è quella consigliata (es. medico dermatologico, neurologo, algologo, gastroenterologo, nutrizionista, psicologo, psicoterapeuta, etc.). Molte ricerche avvalorano il fatto che gli approcci multidisciplinari di terapia sono più efficaci rispetto agli approcci esclusivamente farmacologici.
Per ciò che riguarda l’intervento psicologico, esso si può avvalere di tecniche e strumenti diversificati in base all’unicità della Persona e ai suoi bisogni: terapia sistemico relazionale, terapia cognitivo comportamentale, terapia EMDR, ipnosi ericksoniana, tecniche di mindfulness, tecniche immaginative, tecniche di rilassamento, tecniche psico – corporee, etc.
Il percorso psicologico si può configurare come un lavoro di accompagnamento verso la ricerca di inconsapevoli legami esistenti tra le esperienze presenti e passate, ricercando nuovi vissuti e significati rispetto al “là e allora” e al “qui e ora”.
In quest’ottica, il percorso psicologico diviene risorsa per agire sul disagio/malessere/sintomo in modo significativo, autentico e soprattutto duraturo.
L’intervento terapeutico si pone l’obiettivo di:
- Esplorare la storia della Persona e dei suoi contesti relazionali di appartenenza, di indagare sull’evoluzione e sul significato del sintomo.
- Individuare e ristrutturare i pensieri e le emozioni ricorrenti, gli schemi fissi di ragionamento e di interpretazione distorta della realtà, che sono concomitanti alle reazioni psicosomatiche disturbanti.
- Esplorare e trasformare le proprie percezioni e aspettative riguardo la salute e i sintomi fisici.
- Ridurre l’evitamento di situazioni e attività sociali legate ai sintomi psicosomatici.
- Ridurre la preoccupazione e i pensieri eccessivi, disturbanti e ripetitivi.
- Potenziare l’autostima e la consapevolezza delle proprie risorse e potenzialità.
- Ridurre i livelli di stress e ansia attivati dal sintomo psicosomatico.
- Lavorare sul significato e sulla gestione delle emozioni, facendo acquisire alla Persona una maggiore competenza emotiva.
- Recuperare una maggiore efficienza e autoefficacia in campo sociale, lavorativo o scolastico e relazionale.
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Essere ascoltati e confrontarsi in uno spazio professionale, empatico e non giudicante è il primo passo per iniziare a prendersi cura di Sé.
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