Dolore lombare cronico
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Mente e corpo si influenzano reciprocamente e la schiena può essere considerata come lo specchio del nostro rapporto con la vita con tutte le sue implicazioni neurologiche ed emotive.

In tal senso, non sempre il mal di schiena è riconducibile a patologie specifiche di ossa, muscoli o articolazioni, spesso le cause sono psicosomatiche. La colonna vertebrale è strettamente collegata agli organi, ciascuno è ancorato ad una vertebra ed ogni organo è collegato ad una emozione. Quando le emozioni sono estremizzate riducono la mobilità delle vertebre stesse.

Le persone tese, ansiose, abituate a tenere tutto sotto controllo, molto responsabili, irrigidiscono anche il corpo, sono soggette a patire contratture, strappi e blocchi meccanici.

Nello specifico, con il termine “mal di schiena” s’intende un dolore più o meno intenso e continuo, localizzato nella regione lombare (lombalgia) o anche in corrispondenza dell’osso sacro (lombosacralgia). Se è coinvolto il nervo sciatico, un nervo che origina nelle prime vertebre lombari e termina nel piede, il dolore interesserà anche i glutei e gli arti inferiori (lombosciatalgia).

 

Tipologie di mal di schiena

Le tipologie di mal di schiena più frequenti sono:

  1. Lombalgiadolore che interessa la parte bassa della schiena, in particolare la zona mediana (lungo la colonna vertebrale), paramediana o laterale, quando il dolore viene percepito ai lati della colonna vertebrale.
  2. Cervicalgiadolore al collo che può durare mesi o anni, si tratta di una problematica muscolo-scheletrica piuttosto diffusa. Il dolore può essere affiancato da sintomi secondari, quali: tensione ed affaticamento muscolare, intorpidimento e formicolio localizzato, brachialgia, debolezza del braccio e della mano.
  3. Colpo della stregaepisodio di lombalgia acuta che si manifesta improvvisamente nella parte bassa della schiena, causando un senso di compressione che richiede al soggetto di mantenere la posizione posturale assunta durante l’evento. Tale episodio nonostante sia meno frequente rispetto la lombalgia può comportare dolori lancinanti tali da richiedere l’assoluto riposo per un periodo di circa tre giorni.
  4. Ernia al discoschiacciamento e fuoriuscita del disco intervertebrale, talvolta accompagnato da scivolamento di una vertebra sull’altra, con conseguente compressione dei fasci nervosi della colonna vertebrale, che può causare dolore per tutta la zona irradiata dal nervo.

 

Come insorge il dolore lombare cronico

Nei casi in cui il dolore non trova un riscontro medico dagli esami radiologici ed è quindi possibile escludere che si tratti di un problema ortopedico (artrosi, ernie discali reumatismi, infezioni) a carico della colonna vertebrale, si ritiene che possa essere l’espressione di stati d’ansia, di stress e depressione o di altri disagi psicologici.

Questa ipotesi è supportata da alcuni studi, che hanno avuto modo di osservare l’influenza dei fattori emozionali sulle fasce muscolari che avvolgono la colonna vertebrale. In particolare, situazioni di serenità e tranquillità si accompagnano al rilassamento muscolare e posturale, al contrario condizioni di stress prolungato possono indurre l’irrigidimento della muscolatura, soprattutto di quella paravertebrale. Quando lo stress diviene costante, a causa delle circostanze di vita o di tratti temperamentali, i muscoli della schiena si possono contrarre in maniera eccessiva fino a divenire dolenti.

Da un punto di vista psicosomatico, a seconda dell’intensità, il dolore lombare potrebbe essere un modo attraverso il quale il corpo esprime il disagio di dover sopportare alcune situazioni della vita, divenute intollerabili per la Persona.

Un atteggiamento orientato al sacrificio e l’eccessivo senso di responsabilità e del dovere sembrano essere caratteristiche correlate a problematiche di dolore alla schiena.

Sulla colonna vertebrale vengono scaricati pesi materiali, ma anche pesi emotivi, finché non è il corpo a dire “basta”. Molti mal di schiena derivano proprio da sopravvalutazione dei propri limiti: il classico blocco alla schiena arriva all’improvviso, senza magari darci nessun segnale di preavviso, proprio per darci uno STOP e costringe al Persona al riposo obbligatorio.

 

Ipnosi e dolore lombare cronico

Secondo Giuseppe De Benedittis, terapista del dolore e ipnoterapeuta, Vicepresidente della Società Italiana di Ipnosi (SII), nella lotta contro il dolore acuto, ma soprattutto nel dolore cronico, l’ipnosi, da sola o in associazione con farmaci, è un prezioso strumento terapeutico in grado di alleviare il dolore, ma anche di modulare positivamente i concomitanti psicopatologici (ansia e depressione), la qualità del sonno e della vita in generale.

Durante il percorso terapeutico, la Persona può apprendere alcune tecniche di autoipnosi, di rilassamento e di visualizzazione che potrà poi utilizzare quotidianamente per avere sollievo dai sintomi, sentirsi meglio e maggiormente equipaggiata nel prendere il controllo sul dolore, sulle condizioni di salute, migliorando la qualità della propria vita.

 

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Intervento terapeutico

Essendo i disturbi psicosomatici il risultato di un’interazione di vari fattori, una visione terapeutica multidisciplinare è quella consigliata (es. medico dermatologico, neurologo, algologo, gastroenterologo, nutrizionista, psicologo, psicoterapeuta, etc.). Molte ricerche avvalorano il fatto che gli approcci multidisciplinari di terapia sono più efficaci rispetto agli approcci esclusivamente farmacologici.

Per ciò che riguarda l’intervento psicologico, esso si può avvalere di tecniche e strumenti diversificati in base all’unicità della Persona e ai suoi bisogni: terapia sistemico relazionale, terapia cognitivo comportamentaleterapia EMDRipnosi ericksoniana, tecniche di mindfulness, tecniche immaginative, tecniche di rilassamento, tecniche psico – corporee, etc.

Il percorso psicologico può aiutare la Persona che presenta dolore lombare cronico a relazionarsi con il dolore in maniera più adattiva e flessibile. Fare ciò significa eliminare quella parte di sofferenza psichica derivante dalla continua lotta con la propria esperienza dolorosa e poter quindi beneficiare di un notevole miglioramento in termini di qualità di vita.

 

L’intervento terapeutico si pone l’obiettivo di:

  • Esplorare la storia della Persona e dei suoi contesti relazionali di appartenenza, di indagare sull’evoluzione e sul significato del sintomo.
  • Individuare e ristrutturare i pensieri e le emozioni ricorrentigli schemi fissi di ragionamento e di interpretazione della realtà, che sono concomitanti alle reazioni psicosomatiche disturbanti.
  • Esplorare e trasformare le proprie percezioni e aspettative riguardo la salute, i sintomi fisici e il dolore.
  • Ridurre l’evitamento di situazioni e attività sociali legate ai sintomi psicosomatici.
  • Ridurre la preoccupazione e i pensieri eccessivi e ripetitivi, liberandosi dalle rimuginazioni che tendono ad amplificare le emozioni negative.
  • Potenziare l’autostima e la consapevolezza delle proprie risorse e potenzialità.
  • Ridurre i livelli di stress e ansia attivati dal sintomo psicosomatico.
  • Lavorare sul significato e sulla gestione delle emozioni, facendo acquisire alla Persona una maggiore competenza emotiva.
  • Recuperare una maggiore efficienza e autoefficacia in campo sociale, lavorativo o scolastico e relazionale.
  • Sostenere la Persona nella scelta di uno stile di vita sano (alimentazione, attività fisica, sonno).

 

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