La fibromialgia è una malattia reumatica ad eziologia sconosciuta. È caratterizzata da dolore muscolo – scheletrico diffuso e da altri sintomi a carico di numerosi organi e apparati.
Sintomi della fibromialgia
Non ci sono esami clinici di laboratorio che dimostrino la presenza della fibromialgia. Pertanto, la diagnosi è essenzialmente clinica e viene fatta dallo specialista con semplici manovre di digitopressione.
Nel 2010, l’American College of Rheumatoloy ha proposto nuovi criteri diagnostici che si basano sulla presenza di sintomi associati al dolore, ovvero astenia, disturbi cognitivi, disturbi del sonno e difficoltà nello svolgere una qualsiasi attività, comprese le normali attività quotidiane.
La fibromialgia si manifesta principalmente con le seguenti sensazioni:
- Iperalgesia, ovvero percezione di dolore muscolare molto intenso, anche rispetto a stimoli dolorosi lievi (es. vestiti aderenti). Il dolore, a seconda dei casi, può essere localizzato o diffuso in tutto il corpo.
- Rigidità generalizzata oppure localizzata al dorso o a livello lombare, soprattutto al risveglio, oppure dopo essere stati fermi nella stessa posizione (seduti o in piedi) per molto tempo.
- Stanchezza e affaticamento anche per minimi sforzi con ridotta resistenza alla fatica. Una specie di stanchezza che ricorda quella riferita durante gli stati influenzali o mancanza di sonno.
- Disturbi del sonno, i muscoli, in continua tensione, non permettono di riposare in maniera adeguata. Si manifestano frequenti risvegli notturni e il sonno non è ristoratore.
Mal di testa, emicrania, vertigini, crampi, formicolio o intorpidimento di mani, piedi, braccia o gambe, disturbi d’ansia e depressivi, difficoltà di concentrazione, di memoria, di ricordare parole o nomi, sono le altre patologie più spesso associate alla fibromialgia.
Le persone che presentano fibromialgia esprimono difficoltà da un punto di vista sociale e relazionale, riducono le attività quotidiane, l’attività fisica, sperimentando con il tempo un senso di inadeguatezza, impotenza ed inefficacia che può condurre a stati di malessere, a pensieri ricorrenti “catastrofici” con aumento dell’intensità dei sintomi e una maggiore compromissione della funzionalità.
Come insorge la fibromialgia
Visto che tutti gli esami clinici mostravano esiti negativi, negli anni ’40, la fibromialgia venne considerata un disturbo di origine psicologica.
I fattori psicologici agiscono in maniera significativa sulla sintomatologia dolorosa. Un continuo stato di allarme, di ansia e di tensione, ma anche un senso di insoddisfazione cronica possono influenzare il Sistema Nervoso Simpatico e i relativi neurotrasmettitori.
Da un punto di vista neurologico, gli esami effettuati con i sistemi di neuro – imaging mostrano una iperattività del Sistema Nervoso Simpatico che determina una ipervascolarizzazione dei “punti sensibili” e una diminuzione del flusso cerebrale nelle aree responsabili della trasmissione e della modulazione del dolore. Questo potrebbe essere la spiegazione della sensazione di dolore che le persone fibromialgiche dichiarano, derivante da una disfunzione di elaborazione del dolore.
Le Persone che presentano fibromialgia hanno una amplificata percezione del dolore (allodinia), ovvero percepiscono uno stimolo innocuo come doloroso.
Anche alterazioni di numerosi neurotrasmettitori tra cui serotonina, noradrenalina e dopamina, coinvolti, tra le altre cose, nella modulazione del dolore e nella regolazione del sonno, possono essere motivo di espressione di fibromialgia.
Ipnosi e fibromialgia
La fibromialgia anche detta “malattia invisibile”, perché non dà segni riscontrabili con esami clinici, si fa sentire con dolore intenso, diffuso e invalidante, associato a stanchezza cronica, ansia, aumento di stress e depressione.
L’attenzione che la ricerca internazionale sta rivolgendo a questa patologia è molto cresciuta negli ultimi anni a seguito di un aumento dei casi registrati e dall’assenza di un trattamento medico davvero efficace.
La terapia attualmente suggerita si basa sulla somministrazione di antidepressivi, il suggerimento di svolgere attività fisica e la psicoterapia con lo scopo di ridurre l’intensità del dolore, migliorare la qualità del sonno e il tono dell’umore.
Gli autori di un recente studio su pazienti con fibromialgia, pubblicato sull’American Journal of Clinical Hypnosis, hanno testato il potenziale dell’ipnosi nel portare beneficio a questa malattia. L’ipnosi, infatti, è ampiamente utilizzata per la gestione del dolore cronico e, se integrata con altri trattamenti psicologici, tende a migliorarne l’efficacia. In particolare, gli effetti già descritti in letteratura includono miglioramenti legati all’intensità del dolore, alla sua frequenza, durata e interferenza con le attività quotidiane.
Durante il percorso terapeutico, la Persona può apprendere alcune tecniche di autoipnosi, di rilassamento e di visualizzazione che potrà poi utilizzare quotidianamente per avere sollievo dai sintomi, sentirsi meglio e maggiormente equipaggiata nel prendere il controllo sul dolore, sulle condizioni di salute, migliorando la qualità della propria vita.
Intervento terapeutico
Essendo i disturbi psicosomatici il risultato di un’interazione di vari fattori, una visione terapeutica multidisciplinare è quella consigliata (es. medico dermatologico, neurologo, algologo, gastroenterologo, nutrizionista, psicologo, psicoterapeuta, etc.). Molte ricerche avvalorano il fatto che gli approcci multidisciplinari di terapia sono più efficaci rispetto agli approcci esclusivamente farmacologici.
Per ciò che riguarda l’intervento psicologico, esso si può avvalere di tecniche e strumenti diversificati in base all’unicità della Persona e ai suoi bisogni: terapia sistemico relazionale, terapia cognitivo comportamentale, terapia EMDR, ipnosi ericksoniana, tecniche di mindfulness, tecniche immaginative, tecniche di rilassamento, tecniche psico – corporee, etc.
Il percorso psicologico può aiutare la Persona che presenta fibromialgia a relazionarsi con il dolore in maniera più adattiva e flessibile. Fare ciò significa eliminare quella parte di sofferenza psichica derivante dalla continua lotta con la propria esperienza dolorosa e poter quindi beneficiare di un notevole miglioramento in termini di qualità di vita.
L’intervento psicologico si pone l’obiettivo di:
- Esplorare la storia della Persona e dei suoi contesti relazionali di appartenenza, di indagare sull’evoluzione e sul significato del sintomo.
- Individuare e ristrutturare i pensieri e le emozioni ricorrenti, gli schemi fissi di ragionamento e di interpretazione della realtà, che sono concomitanti alle reazioni psicosomatiche disturbanti.
- Esplorare e trasformare le proprie percezioni e aspettative riguardo la salute, i sintomi fisici e il dolore.
- Diminuire l’intensità del dolore e il senso di affaticamento.
- Ridurre l’evitamento di situazioni e attività sociali legate ai sintomi psicosomatici.
- Ridurre la preoccupazione e i pensieri eccessivi, disturbanti e ripetitivi, liberandosi dalle rimuginazioni che tendono ad amplificare le emozioni negative.
- Potenziare l’autostima e la consapevolezza delle proprie risorse e potenzialità.
- Ridurre i livelli di stress e ansia attivati dal sintomo psicosomatico.
- Lavorare sul significato e sulla gestione delle emozioni, facendo acquisire alla Persona una maggiore competenza emotiva.
- Recuperare una maggiore efficienza e autoefficacia in campo sociale, lavorativo o scolastico e relazionale.
- Sostenere la Persona nella scelta di uno stile di vita sano (alimentazione, attività fisica, sonno).
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