Il sonno è un fenomeno biologico caratterizzato dalla perdita di coscienza e dall’interruzione dei rapporti che permettono di rimanere a contatto con l’ambiente esterno.
La funzione principale del sonno è quella di rigenerare l’organismo affaticato dalle attività fisiche e psichiche della veglia, facilitando il riordino delle informazioni acquisite durante il giorno, consentendone la memorizzazione in forma definitiva.
Si tratta di un fenomeno ciclico il cui ritmo è regolato dall’alternanza del giorno e della notte.
I disturbi che colpiscono questa funzione possono essere molti, così come molteplici possono essere le cause. I disturbi del sonno possono essere divisi in due categorie:
DISSONIE
Le dissonie sono disturbi dovuti ad alterazioni del ritmo, della quantità e della qualità del sonno.
Rientrano in questa categoria:
- Insonnia: si parla di insonnia quando la Persona ha difficoltà ad addormentarsi o a mantenere il sonno per almeno un mese, giungendo a sentirsi cronicamente stanca e senza energie.
- Apnea notturna: questo disturbo, definito in termini medici, Sindrome delle Apnee Ostruttive del Sonno, è una patologia cronica che comporta ripetute interruzioni dell’attività respiratoria durante il sonno. Tali interruzioni causano il risveglio frequente della Persona. Durante la notte, possono presentarsi anche centinaia di risvegli che durano poco (talvolta solo 2 o 3 secondi) e, spesso, non sono ricordati dalla Persona. Questo disturbo impedisce di riposare adeguatamente.
- Ipersonnia: la Persona dorme in eccesso, abitualmente per 12-14 ore oppure, oltre al normale sonno notturno; dorme molte ore anche durante il giorno.
- Narcolessia: caratterizzata da improvvisi e inarrestabili “attacchi di sonno” durante il giorno e in situazioni inappropriate, come una riunione di lavoro o durante una conversazione.
PARASONNIE
Sono disturbi caratterizzati dalla presenza di un evento anomalo o indesiderato nel corso del sonno o nella fase di passaggio tra la veglia e il sonno.
Rientrano in questa categoria:
- Sonnambulismo: durante il sonno la Persona ha l’abitudine di allontanarsi dal letto. Si alza con lo sguardo fisso nel vuoto, compie attività semplici, quali mangiare, passeggiare, conversare o andare al bagno e, al risveglio, non ricorda nulla dell’accaduto.
- Incubi notturni: la Persona si risveglia continuamente a seguito di incubi terrorizzanti.
- Disturbo da terrore: (o pavor nocturnus) la Persona si risveglia spesso gridando in preda al terrore e fa fatica a tornare in sé. A differenza degli incubi notturni, nel disturbo da terrore nel sonno le persone non ricordano i sogni che stavano facendo e non riescono a capire cosa li abbia spaventati.
- Bruxismo: durante il sonno la persona digrigna i denti intensamente e senza accorgersene provocando danni ai denti e alle gengive, mal di testa, dolori cronici alle orecchie, al collo o alle mascelle.
- Sindrome delle gambe senza riposo: disturbo neurologico del sonno, per il quale durante il sonno, la Persona percepisce il desiderio irrefrenabile di muovere gli arti inferiori, unico apparente rimedio per trovare sollievo e conforto a dolore, fastidio e fitte alle gambe.
Quali sono i fattori che influenzano la qualità del sonno?
La qualità del sonno può essere correlata a disturbi depressivi, a stati di ansia o di stress intenso oppure a problematiche neurologiche come la sindrome delle “gambe senza riposo”.
Alla base di una scarsa qualità del sonno possono esserci fattori che alterano il normale ritmo sonno – veglia. Questi fattori, a volte, sono riconducibili a determinate malattie sistemiche, a disturbi della tiroide, a scompenso cardiaco o a ipertensione arteriosa.
Altre cause che possono disturbare il sonno sono: il caffè, l’alcol, la nicotina, i cibi pesanti e l’attività sportiva nelle 3 – 4 ore prima di coricarsi.
Quali sono le principali conseguenze della deprivazione del sonno?
Le principali conseguenze dell’insonnia sono:
- Astenia, ossia una stanchezza significativa.
- Disturbi dell’attenzione, della concentrazione e della memoria, soprattutto sul lavoro e/o in contesti formativi.
- Eccessiva sonnolenza diurna.
- Abbassamento del tono dell’umore.
- Ansia e irritabilità.
Igiene del sonno
Prima di passare ad una terapia farmacologica e/o intervento di un professionista, è possibile prendere porre attenzione ad alcuni accorgimenti per una buona igiene del sonno:
- Coricarsi e svegliarsi sempre alla stessa ora, se possibile, anche nel fine settimana.
- Usare la camera da letto solo per dormire, evitando quindi di guardare la televisione o di mangiare a letto.
- Ridurre nicotina, caffeina e alcol nell’arco della giornata.
- Svolgere esercizio fisico regolare, ma non nelle 3-4 ore prima di coricarsi.
- Esporsi con regolarità alla luce solare, perché ciò favorisce il corretto ritmo circadiano.
- Mangiare ad orari regolari.
L’aiuto di uno specialista diventa necessario quando la Persona capisce che questo disturbo si sta prolungando nel tempo, pregiudicando in modo significativo la qualità di vita, ovvero quando presenta facile irritabilità, deconcentrazione sul lavoro, difficoltà a portare a termine un progetto, problemi a mantenere l’attenzione per un periodo di tempo prolungato, etc.
Intervento terapeutico
Le cause che determinano o aggravano l’insorgenza di malesseri legati al sonno sembrano identificarsi in alcune manifestazioni ansiose.
Alcuni disturbi come l’insonnia e il bruxismo possono essere ricondotti ad uno stato emotivo complesso che la Persona non riesce a gestire.
Il rimuginio e la ruminazione, ovvero il pensiero che si concentra esclusivamente sulla preoccupazione per le situazioni da affrontare nella giornata successiva o nel futuro prossimo e/o la riflessione malinconica su eventi del passato che si sono ancora riusciti ad accettare, predispongono la Persona a fare fatica ad addormentarsi.
Tali difficoltà, riproponendosi nel corso dei giorni, si tramutano in un circolo vizioso, poiché il timore principale diventa quello di ripetere l’esperienza negativa della sera precedente.
Un percorso terapeutico agisce sia sugli stati emotivi disturbanti, sia sugli stati ansiosi che ne conseguono e sulle abitudini della Persona, che spesso si prepara al sonno in modo poco corretto e non si pone nelle condizioni ambientali più idonee ad un riposo soddisfacente.
Il trattamento dei disturbi del sonno va definito all’interno del quadro sintomatologico complessivo nel quale vengono diagnosticati. L’intervento psicoterapeutico può essere associato a terapia farmacologica e può avvalersi di diversificati approcci terapeutici, tra i quali quello sistemico relazionale, quello cognitivo comportamentale, l’ipnosi ericksoniana e la Mindfulness per distogliere la Persona dai pensieri ricorsivi disadattivi e ansiogeni che influenzano il sonno, nonché di tecniche di rilassamento e distrazione immaginativa.
In generale, l’obiettivo è quello di esplorare la storia della Persona e dei suoi contesti relazionali di appartenenza, di indagare sull’evoluzione e sul significato del sintomo, di individuare schemi disfunzionali e le implicazioni che ne derivano da un punto di vista cognitivo, psicologico, emotivo, comportamentale e relazionale.
Si interviene destrutturando ed elaborando gli schemi che attivano i disturbi del sonno e le emozioni connesse ad essi. Acquisita la consapevolezza dei meccanismi dai quali non si riesce a prendere le distanze, ci si concentra sui processi di pensiero automatici che mantengono stabili nel tempo i pensieri ripetitivi e disturbanti che influenzano negativamente il sonno e che non consentono alla mente di rilassarsi, introducendo la possibilità di ristrutturali e modificarli.
L’ascolto attivo e l’attenzione all’unicità della Persona e ai suoi bisogni sostengono il processo terapeutico, consentendo di trovare le possibili soluzioni al proprio disagio, riconquistare una qualità di vita appagante e un senso di Sé libero da irritabilità e spossatezza.
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Essere ascoltati e confrontarsi in uno spazio professionale, empatico e non giudicante è il primo passo per iniziare a prendersi cura di Sé.
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