Quanto pesa un bicchiere d’acqua?
La storia sullo stress e sul bicchiere d’acqua narra di un Professore di Psicologia dell’Università di Berkeley che teneva una lezione ai suoi studenti con in mano un bicchiere d’acqua.
Gli studenti dopo un po’ iniziarono a vociferare. Qualcuno pensava che l’insegnante volesse tenere una lezione sull’ottimismo, sul “bicchiere mezzo pieno e mezzo vuoto”, ma a sorpresa il Professore chiese:
“Quanto pesa questo bicchiere d’acqua”?
Gli studenti provano a rispondere: qualcuno dice 200 grammi, qualcun’ altro 300, 350, 400…
“Il peso assoluto del bicchiere d’acqua è irrilevante”, risponde il Professore, “ciò che più conta è per quanto tempo lo tenete sollevato.
- Sollevatelo per un minuto e non avrete problemi!
- Sollevatelo per un’ora e vi ritroverete un braccio dolorante!
- Sollevatelo per un’intera giornata e vi ritroverete un braccio immobilizzato!”.
In ognuno di questi tre casi il peso del bicchiere non è cambiato!
Eppure, più passa il tempo, più il bicchiere sembra diventare pesante.
Lo stress e le preoccupazioni sono come questo bicchiere d’acqua. Se pensiamo continuamente alle nostre preoccupazioni, piccole o grandi che siano, la nostra mente si paralizza giungendo ad uno stato diffuso di stress.
Impariamo a mettere giù il bicchiere d’acqua!
Che cos’ lo stress?
“una tensione interiore che si origina quando dobbiamo adattarci alle pressioni che agiscono su di noi”.
Molti studiosi hanno paragonato lo stress ad un killer silenzioso che si accumula nel corso del tempo.
Spesso sottovalutiamo o ignoriamo le piccole tensioni quotidiane fino a quando suona un campanello di allarme e la nostra salute psicofisica traballa e non è più possibile ignorare quello che sta accadendo.
Ogni cambiamento vissuto come significativo, che richiede un certo grado di adattamento individuale, può risultare stressante.
Anche i cambiamenti positivi possono essere stressor, ovvero cause/fonti di stress.
Un evento risulta più o meno stressante per la Persona in base alla percezione che la stessa ha sul grado di prevedibilità e controllabilità dell’evento. Più un evento risulta prevedibile, più sarà, idealmente, controllabile. Di conseguenza, risulterà meno stressante, perché sarà possibile mettere in atto alle azioni volte a gestirne le possibili conseguenze.
In altre parole:
1. Situazioni uguali vengono vissute e percepite in modo diverso dalle persone.
2. Ogni Persona ha il suo modo per reagire e rispondere alle diverse situazioni.
3. Lo stress, in realtà, è il modo grazie al quale il nostro corpo reagisce e fa fronte alle diverse situazioni.
4. La capacità di affrontare e gestire lo stress dipende da quanto ogni individuo ha sviluppato delle specifiche capacità per fronteggiare le situazioni difficili. Si chiamano abilità di coping, to cope, significa “far fronte”, “tener testa a” quella situazione che richiede il nostro sforzo fisico e mentale.
Eustress e distress
Dalle considerazioni precedenti, emerge che ciò che è definito come stress sia soggettivo. Lo stesso agente stressante può generare eustress (dal greco eu – buono, “stress buono”) o distress (“stress cattivo”) in base a come viene vissuto.
Distinguere tra stress e stressor appare importante, in quanto, come definito da Hans Selye, padre fondatore delle ricerche su questa tematica, nei meccanismi biologici che presiedono alle risposte di adattamento di un organismo di fronte ad un agente dannoso, esiste un insieme di segni e di sintomi tra loro correlati e coerenti tali da far pensare all’esistenza di una sindrome generalizzata di risposte, denominata nel 1936 “sindrome generale di adattamento” (SGA).
Introducendo in medicina, per analogia dalla metallurgia, il concetto di “pressione che si applica a un metallo per testarne la resistenza” (dal latino “strictus”), Selye definisce lo stress come una
“condizione aspecifica che permette all’organismo di adattarsi a qualunque sollecitazione gli venga imposta”.
Lo stressor, invece, può essere definito come
“uno stimolo di varia natura – fisico, ambientale, metabolico, culturale, psicologico, affettivo – che genera stress nell’organismo”.
Gli agenti stressanti (stressor), ovvero gli stimoli che generano un’attivazione nell’organismo, sono infiniti. Tra le macro aree è possibile mettere:
- Eventi attribuibili all’ambiente esterno.
- Stili di vita e comportamenti riconducibili ai tratti di personalità della Persona.
- Eventi connessi ai contesti di appartenenza (familiare, professionale, scolastico, etc.).
Come si manifesta lo stress?
Bruce McEwen, neuroendocrinologo americano, parla di carico e sovraccarico allostatico per descrivere il processo soggiacente lo stato di stress.
Il processo di allostasi rappresenta la capacità dei sistemi fisiologici di mantenere la stabilità attraverso il cambiamento, ovvero, l’organismo cerca di adeguarsi alla situazione mediante il cambiamento, se è positivo si parla di carico allostatico. Nel caso in cui il processo di adattamento mediante il cambiamento fallisce, si parla di sovraccarico allostatico.
Quando questo equilibrio si altera a causa di “pressioni esterne” il corpo lancia dei forti segnali, dei campanelli, che fanno capire che il corpo sta utilizzando molte risorse per far fronte alla situazione, ma queste risorse non sono infinite, incorrendo in stati ansiosi, in sintomi psicosomatici fino ad indebolire il sistema immunitario, rendendo il corpo sensibile e vulnerabile.
Il primo passo per gestire lo stress è RICONOSCERE I SEGNALI.
L’effetto “accumulo” delle piccole tensioni, nel tempo, può condurci a invalidare il nostro stato:
- Fisico.
- Piscologico.
- Emotivo.
- Relazionale.
- Comportamentale.
Quali sono gli indicatori di stress nelle persone?
In che modo lo stress colpisce il corpo?
Che cosa fare per prevenire e gestire situazioni stressanti?
Posso rassegnarmi e soccombere a vivere “sotto pressione” oppure posso imparare a riconoscere le fonti e le dinamiche per poter gestire ed evitare che lo stress diventi un problema, nonché per mantenere mio benessere psicofisico e relazionale e per raggiungere i miei obiettivi ed aspirazioni personali e professionali.
Per prima cosa, posso METTERE A FUOCO le situazioni stressanti, i pensieri e le emozioni connesse ad esse. Successivamente, posso provare a definire come sto reagendo a quello che mi sta accadendo, quali risorse sto utilizzando e quali potrei utilizzare.
Ipnosi e stress
Sono diverse le modalità tramite le quali l’ipnosi può agevolare la gestione dello stress. E’ possibile esplorare le modalità disfunzionali di coping, ovvero le strategie adottate per fronteggiare lo stress, nonché agire sui fattori precipitanti e di mantenimento del sintomo, con l’obiettivo di favorire comportamenti più adattivi.
Studi scientifici dimostrano che la condizione ipnotica:
- A livello fisiologico riduce le quantità di adrenalina, noradrenalina, consentendo, la regolarizzazione di diversi parametri quali la frequenza cardiaca e respiratoria, oltre che il rilassamento muscolare.
- A livello cognitivo consente di orientare l’attenzione sugli elementi che risultano interessanti o gradevoli alla Persona favorendo l’inibizione dei pensieri disturbanti.
- A livello comportamentale consente di evitare reazioni impulsive indesiderate, prevenendo eventuali reazioni fisiche e verbali indesiderate, oltreché comportamenti impulsivi.
- A livello emotivo, la padronanza acquisita sulle proprie reazioni ed emozioni consente di sentirsi più sicuri di se stessi, concentrati sugli obiettivi, liberi di prendere le proprie decisioni, capaci di gestire le relazioni, con un inevitabile miglioramento della qualità di vita.
Mindfulness Based Stress Reduction (MBSR)
Il protocollo MBSR rappresenta un potente strumento per migliorare la qualità della vita, aiutando la Persona a sviluppare una maggiore consapevolezza di se stessa e del mondo che la circonda.
Attraverso questo strumento, la Persona può imparare ad osservare la propria esperienza da una prospettiva più distaccata e a ridurre l’impatto che essa ha sul proprio benessere. Attraverso il protocollo MBSR, è possibile liberarsi gradualmente da stress e stati emotivi faticosi, imparando a convivere con le difficoltà in modo più equilibrato e gentile verso se stessi.
Il protocollo MBSR consente di applicare uno specifico atteggiamento nei confronti di qualsiasi evento, interno o esterno, in modo da alleviare o saper affrontare eventuali malesseri e/o sofferenze, attribuendo maggiore significato ad ogni momento della propria vita.
Intervento terapeutico
Per far fronte alle diverse situazioni di stress è significativo apprendere, modificare, adattare le proprie personali abilità di coping ed allenare la resilienza.
Il trattamento psicologico per la gestione dello stress si articola in un intervento pragmatico, mirato a far imparare a riconoscere nel qui ed ora e nel lungo termine, gli stressor, in modo da ritrovare la giusta concentrazione e motivazione per proseguire la vita in modo adattivo.
Esplorare, riconoscere, accettare, risignificare, gestire, comprendere la funzionalità delle proprie risposte emotive, risposte stressogene ed ansiogene può essere utile per sperimentare una maggiore padronanza di se stessi e un maggiore senso di autoefficacia e autostima, ritornando a perseguire i propri obiettivi personali, professionali e affettivi con determinazione, forza e libertà decisionale.
Individuare gli schemi o circoli viziosi mentali, emotivi e comportamentali, automatici e disfunzionali, che impediscono di vivere in uno stato di benessere psicologico e relazionale, può essere utile per prendere consapevolezza di Sé e della propria storia, pacificandosi con il passato, rivolgendo uno sguardo positivo al futuro, ma soprattutto vivere con intensità e senza stress la dimensione temporale del presente.
Il percorso psicoterapeutico si avvale di tecniche e strumenti diversificati in base all’unicità della Persona e ai suoi bisogni (es. Terapia delle emozioni, terapia EMDR, Ipnosi Ericksoniana, il protocollo Mindfulness Based Stress Reduction (MBSR), tecniche immaginative, tecniche di rilassamento, l’apprendimento di tecniche di autoipnosi da utilizzare quotidianamente per gestire lo stress, etc.) che consentono di rintracciare i costrutti o le credenze responsabili dell’attivazione disfunzionale dello stress, i quali vanno identificati, destrutturati e ristrutturati, facendo emergere modalità alternative e più adattive di costruzione della realtà.
POSSO ESSERTI D’AIUTO?
Essere ascoltati e confrontarsi in uno spazio professionale, empatico e non giudicante è il primo passo per iniziare a prendersi cura di Sé.
Puoi contattarmi per chiedere informazioni o fissare un appuntamento, stabiliremo insieme come proseguire e, se Tu deciderai, inizieremo un percorso personalizzato, nel quale sarai parte attiva nel processo di ricerca del tuo benessere fisico, psicologico e relazionale.