Teoria dell’attaccamento

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La teoria dell’attaccamento di John Bowlby può rappresentare la cornice all’interno della quale poter spiegare come si sviluppi la personalità sin dai primi anni di vita, nonché il punto di partenza per lo studio di traumi infantili e del loro impatto sullo sviluppo psicologico, emotivo e relazionale.

John Bowlby, riconosciuto come uno dei principali psicologi del XX secolo, ha avuto un grande ruolo nello sviluppo del Dipartimento infantile di Londra e nel 1950 è stato incaricato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità di studiare la salute mentale dei bambini orfani. Le sue opere, come “Attaccamento e Separazione”, gli sono valse dei riconoscimenti internazionali, consentendogli di lasciare un’impronta indelebile nella storia della Psicologia.

La teoria dell’attaccamento è stata sviluppata da Bowlby in seguito a numerosi studi da lui condotti tra gli ‘50 e gli anni ‘70 del 1900. Questa teoria si è rivelata particolarmente significativa nella lettura dei traumi infantili e del loro impatto nello sviluppo psicologico, mostrando la relazione tra abusi gravi, trascuratezza e l’emergere di diverse patologie come depressione, ansia, disturbi di personalità e dipendenza da sostanze.

 

Cos’è l’attaccamento per Bowlby?

Bowlby definisce l’attaccamento come un legame profondo e duraturo che si instaura tra un bambino e la sua figura di attaccamento primaria, di solito la madre. Questo legame è fondamentale per il benessere emotivo e relazionale del bambino e influenza il suo sviluppo futuro.

L’attaccamento si sviluppa inizialmente tramite il contatto fisico, la cura e la vicinanza costante tra il bambino e la figura di riferimento. Questo legame offre al bambino un senso di sicurezza e fiducia nelle relazioni future. L’attaccamento si crea attraverso diverse fasi: si parte da un attaccamento generico nei confronti delle figure di cura primarie (solitamente i genitori), che progressivamente si esprime in attaccamenti più esclusivi e finalizzati.

L’idea centrale di Bowlby è che l’attaccamento sia un bisogno fondamentale per i neonati e i bambini e l’assenza o la qualità non soddisfacente e appagante delle relazioni di attaccamento possano condurre, nel lungo periodo, all’espressione di problematiche emotive, relazionali, cognitive e comportamentali.

La teoria dell’attaccamento di Bowlby rappresenta un pilastro concettuale sul quale si appoggia la Psicologia dell’Infanzia ed ha contribuito ad una maggiore comprensione dello sviluppo e del benessere dei bambini.

 

I 3 concetti chiave della teoria dell’attaccamento

La teoria dell’attaccamento evidenzia l’importanza di un legame emotivo sicuro e continuativo tra il bambino e la figura di attaccamento per favorire uno sviluppo emotivo sano e una base stabile per le future relazioni interpersonali.

La teoria dell’attaccamento si struttura su 3 concetti chiave.

  1. La prossimità, ovvero il desiderio naturale del bambino di rimanere fisicamente vicino alla figura di attaccamento, solitamente la madre o la persona principale che se ne prende cura. La prossimità è cruciale per la sicurezza e il benessere emotivo del bambino.
  1. La figura di attaccamento o caregiver, ovvero quella persona (solitamente la madre o il genitore principale) che fornisce sicurezza, conforto e supporto emotivo al bambino. Il legame con questa figura è essenziale per uno sviluppo sano dell’attaccamento.
  2. Il posto sicuro fornito dalla figura di attaccamento dove cercare protezione, conforto, sicurezza quando il bambino si stente spaventato o insicuro. Rimanere con la figura di attaccamento consente al bambino di regolare le proprie emozioni e sviluppare una base di sicurezza per esplorare il mondo.

 

Le fasi dell’attaccamento secondo Bowlby

Per Bowlby, la formazione del legame di attaccamento avviene attraverso diverse fasi durante i primi anni di vita di un bambino. Queste fasi evidenziano il processo graduale mediante il quale il bambino crea un legame emotivo con la figura di attaccamento e come questo legame influenzi la sua esplorazione e il suo sviluppo psicologico ed emotivo.

 

 

Con passare del tempo, le interazioni legate all’attaccamento tendono a diventare più stabili e ad essere interiorizzate dal bambino, formando i cosiddetti Modelli Operativi Interni (MOI), ovvero delle rappresentazioni mentali che influenzano la percezione delle relazioni e del mondo circostante.

Secondo Bowlby, la qualità dei Modelli Operativi Interni influisce su come una Persona si relaziona con le altre persone, su come gestisce la fiducia, l’autostima, la sicurezza verso il prossimo e l’ansia rispetto alle relazioni.

 

La base sicura di Mary Ainsworth

Un importante contributo alla teoria dell’attaccamento di Bowlby viene dato dal concetto di base sicura, introdotto per la prima volta dalla psicologa Mary Ainsworth sua allieva, che però lo utilizza in riferimento alla famiglia e non alla figura materna o alla figura di attaccamento.

Per base sicura si intende la base da cui il bambino può partire per esplorare e conoscere l’ambiente circostante e il mondo, alla quale può tornare nel momento in cui si sente in difficoltà o ha bisogno di rassicurazione. La figura di attaccamento (che si tratti della madre o di un altro individuo che alleva il bambino) svolge il ruolo di potenziale base sicura.

Ciò significa che lascia al piccolo la libertà di allontanarsi da lei per conoscere la realtà che ha intorno e, allo stesso tempo, fornisce appoggio e conforto in situazione di bisogno, quando il bambino si trova ad affrontare una difficoltà o ostacolo.

Affinché la figura di attaccamento sia una base sicura, è necessario che tra madre (o caregiver) e bambino si sviluppi una relazione di attaccamento sicura, ma ciò non è detto che avvenga. Esistono, infatti, diversi stili di attaccamento, che vengono identificati da Mary Ainsworth attraverso una procedura sperimentale chiamata Strange Situation Procedure, un esperimento progettato per mettere alla prova e valutare la qualità della relazione tra un bambino e la sua figura di attaccamento, solitamente la madre.

 

 

I 4 stili di attaccamento di Bowlby

Bowlby, basandosi sulle ricerche della sua collaboratrice Mary Ainsworth, individua quattro stili di attaccamento che si sviluppano a partire dalle risposte che il caregiver (la madre o chi si prenda cura del piccolo) dà al bambino.

 

ATTACCAMENTO SICURO

Se il caregiver è in grado di essere presente, di dare affetto e comprensione al piccolo, di rassicurarlo e, al tempo stesso, di intervenire solo quando è necessario, il bambino avrà la possibilità di formare un’immagine di sé come degno di amore, avrà una buona base di autostima, riuscirà ad avere fiducia negli altri e svilupperà un senso di sicurezza. Avere un attaccamento sicuro significa sentirsi a proprio agio, protetti e accuditi dalla figura di riferimento.

Sottoposto alla Strange Situation Procedure, il bambino con attaccamento sicuro si dimostra tranquillo, esplora l’ambiente circostante e gioca sereno sotto lo sguardo del caregiver. Quando il caregiver esce dalla stanza e viene sostituito dallo sconosciuto, il piccolo si mostra turbato. Nel momento in cui il caregiver torna nella stanza, il bambino si rilassa e tranquillizza. Non sempre, però, il genitore è in grado di rispondere in modo adeguato ai bisogni del figlio. Se la figura di attaccamento non riesce a dimostrare vicinanza e disponibilità verso il bambino, se non riesce a essere sintonica rispetto alle sue richieste, genererà nel bambino un senso di paura e angoscia.

 

ATTACCAMENTO INSICURO – EVITANTE

Quando il genitore si dimostra poco disponibile nei confronti del bambino, quando non gli riserva le cure e le attenzioni di cui il piccolo avrebbe bisogno e anzi, si mostra inaffidabile, poco presente, poco propenso al contatto fisico e a cogliere i segnali di disagio nel figlio, il bambino sviluppa un attaccamento insicuro – evitante. Fin da piccolo il bambino impara che deve bastare a se stesso, che non può fare affidamento su qualcun altro. Questo bambino tende a mostrarsi autonomo e indipendente, impara a dissimulare le emozioni e a non chiedere aiuto per non indispettire la propria figura di riferimento e anche perché sa che quell’aiuto non arriverà.

Sottoposto alla Strange Situation Procedure, il bambino con attaccamento insicuro -evitante non dimostra disagio nel momento in cui viene separato dalla madre, ma continua ad esplorare l’ambiente circostante. Quando lei si presenta di nuovo, la ignora o se ne allontana. I bambini con attaccamento insicuro-evitante, infatti, hanno sperimentato una figura di attaccamento spesso rifiutante e per questo hanno imparato a farne a meno, mettendo in atto una strategia adattiva che si basa sull’allontanamento dall’Altro.

 

ATTACCAMENTO INSICURO – AMBIVALENTE

Quando il genitore ha un comportamento altalenante e incoerente, quando è presente a intermittenza e il bambino lo percepisce come disponibile in maniera discontinua, il bambino sviluppa un attaccamento insicuro – ambivalente. Questo stile di attaccamento è caratterizzato da un’alternanza tra ricerca di contatto e conforto e sentimenti di rifiuto. Il bambino con attaccamento insicuro – ambivalente sperimenta l’ansia da separazione, vede se stesso come qualcuno da amare in modo discontinuo e per questo cerca costantemente conferme e prove d’affetto, che non bastano mai a rassicurarlo.

Sottoposto alla Strange Situation Procedure, il bambino con attaccamento insicuro -ambivalente, al momento della separazione dalla madre, mostra grande sofferenza e può reagire con pianti e urla di rabbia, cercando di aggrapparsi al genitore quando questo si ricongiunge con lui.

 

ATTACCAMENTO INSICURO – DISORGANIZZATO

Il bambino che sviluppa un attaccamento insicuro – disorganizzato è quello che ha vissuto una situazione familiare molto complessa, spesso caratterizzata da maltrattamenti e abusi, in presenza di genitori problematici a causa di alcol, dipendenza da droghe, disturbi depressivi o altre situazioni di disagio. In questa situazione, la figura di attaccamento è vissuta come spaventata e spaventante, incapace di dare rassicurazione. Invece di essere una base sicura a cui aggrapparsi, la madre (o più in generale il caregiver) viene percepita come un pericolo.

Sottoposto alla Strange Situation Procedure, il bambino con attaccamento insicuro – disorganizzato può mettere in atto comportamenti totalmente opposti in un breve lasso di tempo, simultanei o in rapida successione. È confuso e disorientato. Al momento del ricongiungimento, può mostrare una forte ricerca della vicinanza e, al contempo, comportamenti di evitamento. Capita di vedere bambini che abbracciano la madre, ma voltano il viso dall’altra parte, come a voler evitare il contatto visivo.

 

Stili di attaccamento e crescita della Persona

La teoria dell’attaccamento suggerisce che la qualità dei legami creati nei primi anni di vita possa influenzare nel tempo le relazioni e il benessere emotivo, psicologico e relazionale della Persona.

Durante l’infanzia, l’attaccamento svolge un ruolo cruciale nello sviluppo emotivo e comportamentale del bambino, influenzando la sua capacità di creare relazioni significative e di regolare le emozioni. Il legame con il caregiver primario crea un modello operativo interno che influenzerà tutte le sue relazioni future.

Nell’adolescenza, il legame di attaccamento può continuare a influire sulla formazione dell’identità e la gestione delle relazioni. L’adolescente potrebbe affrontare sfide nello sviluppo dell’autonomia, nel bilanciare la necessità di indipendenza con la ricerca di vicinanza emotiva alla/e figure di riferimento, impedendo il processo di differenziazione dalla famiglia d’origine.

Nella vita adulta, i modelli interni di attaccamento incidono sulle relazioni interpersonali, inclusa la relazione di coppia, le dinamiche familiari e una prossima genitorialità. Le persone con un attaccamento sicuro tendono ad avere relazioni più stabili e soddisfacenti, mentre chi ha un attaccamento insicuro può sperimentare difficoltà nel costruire e mantenere legami di intimità emotiva significativa.

 

Applicazioni della teoria dell’attaccamento nella pratica clinica

La teoria dell’attaccamento ha numerose applicazioni pratiche in campo clinico.

In psicoterapia, i terapeuti utilizzano la teoria dell’attaccamento per comprendere le dinamiche interpersonali, specialmente quelle legate alle relazioni significative, lavorano con i pazienti per migliorare la consapevolezza e l’elaborazione dei modelli di attaccamento e promuovere relazioni più sane e sicure.

Nello sviluppo delle competenze genitoriali, l’educazione basata sulla teoria dell’attaccamento aiuta i genitori a comprendere e rispondere ai bisogni emotivi dei propri figli, a migliorare le competenze genitoriali, creare legami più sicuri e duraturi con i figli, nonché a lavorare, a propria volta, sulla propria storia di figlio e contemporaneamente essere genitore.

 

Qual è il tuo stile di attaccamento?

Perché alcune persone sono molto distaccate nelle loro relazioni?

Come mai altre invece altre sono dipendenti e hanno bisogno di una conferma costante?

Lavorare e identificare i propri modelli di relazione o di attaccamento può far identificare, ad esempio, il motivo per il quale scelgo sempre una certa tipologia di partner, ovvero mi può aiutare a rendermi consapevole della mia storia di vita partendo dall’infanzia, individuando i miei schemi relazionali disfunzionali dell’infanzia che sto ricreando nell’età adulta, nel mio presente.

Posso lavorare sulla mia autostima, in quanto, la bassa autostima è una caratteristica comune a tutti gli stili di attaccamento insicuro.

Posso capire perché non riesco ad amarmi, ad amare o a permettere all’Altro di amarmi, con l’inevitabile conseguenza di avere un rapporto complicato con me stesso/a, nelle relazioni interpersonali, nell’espressione della mia genitorialità e nei rapporti sentimentali.

Un percorso di psicoterapia  può aiutare a fare chiarezza. È possibile elaborare le ferite del passato, in modo da identificare e stabilire confini relazionali appropriati per promuovere relazioni sane ed evolutive.

 

COME POSSO ESSERTI D’AIUTO?

Essere ascoltati e confrontarsi in uno spazio professionale empatico e non giudicante è il primo passo per iniziare a prendersi cura di Sé o di qualcuno importante per Te.

Puoi contattarmi  stabiliremo insieme come proseguire e, se Tu deciderai, inizieremo un percorso personalizzato, in base ai tuoi bisogni, nel quale sarai parte attiva nel processo di ricerca del tuo benessere psicologico, emotivo e relazionale.

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