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Il termine work – life balance si riferisce a un equilibrio tra lavoro e vita personale che consenta di vivere entrambe le sfere in modo soddisfacente e senza che una comprometta l’altra. In un mondo in cui la connessione è sempre attiva, questa ricerca dell’equilibrio è più importante che mai, ma anche più difficile da raggiungere.
Cosa si intende per work – life balance?
Per work – life balance si intende la capacità di gestire in modo efficace le esigenze professionali e quelle personali, senza che una sfera prevalga sull’altra. Quando una Persona riesce a bilanciare bene i vari aspetti della propria vita, è più probabile che si senta soddisfatta, energica e in grado di affrontare le sfide quotidiane.
Un aspetto importante del work-life balance è la “qualità del tempo” trascorso in entrambe le sfere. Non si tratta solo di ridurre le ore lavorative, ma anche di migliorare la qualità del tempo libero, dedicandolo a hobby, famiglia, amici e al benessere personale.
Quando nasce il concetto di work – life balance?
Il concetto di work – life balance ha iniziato a prendere piede negli anni 70’ e 80’, parallelamente alla diffusione del movimento dei diritti dei lavoratori e all’aumento della partecipazione delle donne al mercato del lavoro.
L’idea di bilanciare la vita professionale con quella personale divenne un tema rilevante soprattutto nei Paesi industrializzati, dove i cambiamenti economici e culturali richiedevano nuovi modi di gestire il tempo. Con la globalizzazione e l’avvento delle nuove tecnologie, negli anni 90’ il tema si intensificò ulteriormente. Le tecnologie digitali permisero una maggiore flessibilità, ma eliminarono anche le barriere tradizionali tra lavoro e vita privata. Di conseguenza, sempre più aziende e governi iniziarono a introdurre politiche di conciliazione lavoro – famiglia, come il telelavoro e gli orari flessibili.
Quali sono i fattori che incidono sul work – life balance?
Diversi fattori possono minare l’equilibrio tra vita e lavoro creando uno stato di stress e insoddisfazione. Tra i più comuni, ci sono:
- Sovraccarico di lavoro: orari prolungati e carichi di lavoro eccessivi possono rapidamente consumare le energie personali e ridurre il tempo a disposizione per altre attività. Secondo uno studio dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), chi lavora più di 55 ore alla settimana ha un rischio maggiore del 17% di sviluppare malattie cardiovascolari (OMS, 2021). Inoltre, lavorare oltre i limiti personali aumenta l’incidenza di disturbi del sonno e di burnout.
- Pressione culturale e sociale: la cultura aziendale può incentivare un sovraccarico di lavoro, promuovendo un modello di “lavoro incessante” che non lascia spazio al recupero. Alcune aziende, ancora oggi, premiano i dipendenti che dimostrano una “dedizione estrema”, anche a scapito della loro salute. In Giappone, ad esempio, il fenomeno del “karoshi”, ovvero morte per eccesso di lavoro, è riconosciuto a livello governativo, con norme create per limitare le ore lavorative settimanali.
- Tecnologia e iperconnessione: i dispositivi digitali consentono di essere sempre connessi, ma questo può risultare problematico quando si tratta di staccare la spina. Il fenomeno del “telepressure”, cioè la pressione di rispondere costantemente alle email e ai messaggi di lavoro, è uno dei fenomeni più osservati.
- Aspettative personali: oltre alla pressione aziendale, anche le proprie aspettative possono influire negativamente. La ricerca del successo, il desiderio di soddisfare standard elevati o la sindrome dell’impostore (senso di inadeguatezza e di non meritare il successo) possono spingere le persone a lavorare più del necessario, sottraendo tempo prezioso al riposo e al benessere personale.

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Come migliorare il work – life balance?
Raggiungere un buon equilibrio tra vita e lavoro è possibile. Alcuni suggerimenti pratici basati sulle ricerche includono:
- Stabilire orari specifici per il lavoro e per il tempo personale. Le persone che fissano dei limiti ben definiti hanno una maggiore probabilità di ridurre lo stress e migliorare la qualità della vita. In tal senso, alcune aziende stanno introducendo politiche che vietano di inviare email dopo l’orario di lavoro (diritto alla disconnessione).
- Time management e delega: pianificare e delegare alcune attività aiuta a gestire meglio il tempo e le responsabilità, facilita la gestione di compiti complessi e riduce la pressione.
- Mindfulness e tecniche di rilassamento: praticare la mindfulness può migliorare la consapevolezza dei propri bisogni e favorire un migliore bilanciamento tra vita e lavoro. La mindfulness ha dimostrato effetti positivi sulla riduzione dello stress, migliorando la capacità di concentrazione e il benessere generale.
- Richiedere supporto aziendale: negoziare flessibilità lavorativa (quando possibile) e richiedere misure di supporto, come lo smart working o gli orari flessibili.
- Coltivare interessi personali e relazioni sociali: investire tempo in attività esterne al lavoro, come hobby, sport o semplicemente passare tempo con la famiglia, può aiutare a disconnettersi e ricaricarsi. Questo è particolarmente importante, poiché aiuta a distogliere l’attenzione dalle preoccupazioni professionali e favorisce il recupero fisico e psicologico.
Come supportare il work – life balance in azienda?
Molte aziende oggi stanno implementando misure innovative per migliorare il work – life balance dei propri dipendenti. Microsoft ha sperimentato la settimana lavorativa di quattro giorni nella sua sede di Tokyo in Giappone, riscontrando risultati positivi. Durante l’esperimento condotto nell’agosto 2019, la produttività è aumentata del 39,9% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Questa misura, che prevedeva la chiusura degli uffici ogni venerdì del mese, è stata apprezzata dai dipendenti, con il 92,1% che ha dichiarato di gradire la settimana lavorativa di 4 giorni.
L’esperimento di Microsoft Giappone, denominato “Work – Life Choice Challenge 2019 Summer”, ha incluso anche altre iniziative come la limitazione delle riunioni a un massimo di 30 minuti e la promozione di riunioni online come alternativa agli incontri in presenza. Questi cambiamenti hanno portato non solo a un aumento della produttività, ma anche a una riduzione del 23% nel consumo di elettricità.
Tra gli strumenti che le aziende possono mettere a disposizione per favorire il bilanciamento vita – lavoro, contribuendo a migliorare sia la produttività che il benessere dei dipendenti, figurano:
- Orario di lavoro flessibile.
- Banca ore (accumulare le ore di lavoro straordinario o aggiuntive in un conto individuale, per poi utilizzarle come riposto compensativo in un momento successivo).
- Introdurre dei benefit utili a migliorare la qualità della vita dei propri dipendenti (es. buoni pasto, servizi di baby sitting / asilo aziendale, buoni acquisto, assicurazione sanitaria aziendale, convenzioni, etc.).
- Bloccare l’abuso di telefonate, sms o chat aziendali e l’invio di e-mail al di fuori dell’orario di lavoro e durante i periodi di ferie, riposo o malattia.
- Uso funzionale delle nuove tecnologie.
- Sistemi di welfare che consentono ai dipendenti di avere un sussidio aggiuntivo rispetto allo stipendio per acquistare beni o ricevere rimborsi su servizi necessari (come le rette scolastiche);
- Politiche di congedo parentale estese e fruibili da tutte le persone;
- Possibilità di smart – working (anche parziale) per organizzare al meglio il proprio tempo.
- Agevolazioni per intraprendere un percorso di sostegno psicologico utili al benessere della Persona.
- Etc.
E’ importante che l’azienda resti sempre aperta alle necessità del singolo, con un approccio individuale e personalizzato, per rispondere al meglio delle possibilità alle esigenze di ciascun impiegato.
La promozione del benessere dei dipendenti ha un impatto sul successo e sul benessere organizzativo.
È evidenza scientifica che, SE IL DOMINIO LAVORATIVO E QUELLO PRIVATO SI SCONTRANO, le persone accusano una serie di EFFETTI NEGATIVI:
- Stress, burnout, difficoltà ad addormentarsi, mancanza di concentrazione, scarsa reattività, irritabilità, difficoltà relazionali, stanchezza, etc.
- Ansia e depressione.
- Disregolazione delle emozioni.
- Problemi cardiocircolatori, problemi gastrointestinali, problemi psicosomatici, etc.
- Indebolimento del sistema immunitario.
- Peggioramento delle performance.
Al contrario, alcuni studi mostrerebbero come chi lavora in remoto (smart working), aumenti le proprie performance, la propria soddisfazione e il proprio impegno rispetto a chi lavora in ufficio.
Ognuno Persona ha esigenze e priorità diverse, motivo per cui all’interno di un’azienda è consigliabile adottare un approccio personale ed empatico quando si pianificano nuove iniziative per il benessere dei dipendenti.
Effetti positivi e negativi dello smart working
Lo smart working, un modello di lavoro che permette ai dipendenti di svolgere le loro attività lavorative in modo flessibile, senza essere vincolati da orari e luoghi specifici, deve essere realizzato in maniera sana e adeguata, in quanto presenta comunque non pochi rischi.

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Durante l’emergenza epidemiologica, imprese e lavoratori hanno potuto prendere consapevolezza degli innegabili vantaggi connessi a questa modalità di lavoro.
Quando lo smart working viene realizzato nel rispetto degli elementi di flessibilità, di autonomia e soprattutto di reciproca fiducia, è certamente utile ad incidere positivamente anche sul work life balance e, più in generale, sul benessere del lavoratore. L’aumento della flessibilità della erogazione della prestazione lavorativa consente: ai dipendenti un miglioramento proprio in termini di conciliazione dei tempi di vita e di lavoro, con un notevole risparmio di tempi, energie e costi correlati allo spostamento per raggiungere la sede di lavoro, alle aziende di giovare della diminuzione di taluni costi fissi, quali quelli connessi alla gestione degli ambienti di lavoro, con riferimento a utenze, pulizia e attrezzature.
Tuttavia, proprio l’esperienza maturata negli ultimi anni ha fatto emergere anche delle problematiche di non scarso rilievo connesse allo smart working, con riflessi importanti sul complessivo sul benessere dei dipendenti.
Tra gli effetti negativi dello smart working troviamo la rottura delle barriere tra vita lavorativa e vita privata, con una eccessiva dilatazione dei tempi di lavoro dovuta a quella che il Parlamento Europeo, con una risoluzione del gennaio dello scorso anno, ha definito “la cultura del sempre connesso“. Da ciò l’accento posto, anche dal legislatore italiano, sul tema della disconnessione, ovvero del diritto ad astenersi dal compiere attività lavorativa, ivi comprese comunicazioni a mezzo mail o telefono, al di fuori delle fasce orarie pattuite e comunque nelle ore destinate al riposo, senza per questo esser discriminati (diritto alla disconnessione).
Eventuali effetti negativi dello smart working possono essere limitati da un incremento dei livelli di engagement dei lavoratori. Livelli più alti di engagement, diminuendo la fatica fisica e psicologica e aumentandone l’autonomia, permetterebbero alle persone di gestire meglio le dinamiche familiari, a beneficio dell’equilibrio lavoro – vita privata.
Anche i pendolari possono beneficiare dello smart working, recuperando le ore prima spese sui mezzi per recarsi a lavorare. Diventa dunque possibile aumentare le proprie ore di sonno o dedicarsi ad altre attività.
Inoltre, lo smart working consentirebbe alle neomamme di continuare a lavorare, aumentando la loro stabilità lavorativa e continuità salariale.
Per ciò che concerne smart working e differenza di genere:
- Gli uomini tendono ad aumentare il loro carico lavorativo, questo incremento è solitamente compensato economicamente. Inoltre, in uomo in smart working non suscita particolare scalpore perché si ritiene che darà comunque la priorità al lavoro rispetto che alla famiglia.
- Le donne in smart working finiscono per aumentare il carico domestico, e anche quando aumenta il carico lavorativo, non ricevono alcun benefit economico.
In generale, il lavoro in remoto può sostenere positivamente il work – life balance, tutto sta nel riuscire a limitare i confini tra vita privata e lavoro, ad esempio, evitando di portare il computer a letto o di rispondere ad una telefonata di lavoro a tavola o durante il tempo trascorso con la famiglia, non trasformare il tempo libero in stress, imparare a saper dire di no per non essere subissati dal lavoro e imparare a definire dei confini ben precisi per chiarire in maniera assolutamente trasparente la propria disponibilità.
Suggerimenti per il lavoro da casa

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- Rispettare orari fissi per l’inizio e la fine del lavoro.
- Attenersi agli orari che si seguivano lavorando in ufficio.
- Se possibile, non trascorrere le pause sul posto di lavoro, ma rilassarsi in un’altra stanza o uscire all’aria aperta.
- Dividere in modo netto lavoro e tempo libero: ad esempio, vietato controllare le e-mail dopo il lavoro o nel fine settimana.
- Rimanere offline: rispondere alle e-mail e alle telefonate dopo il lavoro o nei giorni di riposo dovrebbe essere un’eccezione solo in casi di estrema urgenza.
- Non rimandare i compiti sgradevoli, ma cercare di portarli a termine il prima possibile. Dopo aver eliminato un compito difficile o noioso, si è più pronti per affrontare il resto dei compiti con più motivazione.
- Ordinare il proprio lavoro per scadenze e priorità, in modo da non dimenticare nulla e poter lavorare in modo strutturato ed efficiente. Suddividere i compiti a lungo termine in blocchi più piccoli e fissare gli obiettivi giornalieri che si vogliono raggiungere aumenta la motivazione.
- Evitare le distrazioni. Lavorando da casa è facile distrarsi e per questo è utile astenersi da qualsiasi attività che distragga dal lavoro (es. caricare la lavastoviglie durante la pausa da lavoro).
- Mettere distanza tra se stessi e il luogo di lavoro in casa (dove possibile), in modo da non ricordarsi costantemente del lavoro. Uno spazio di lavoro separato e ordinato permette di concentrarsi meglio sul lavoro e aiutare a staccare più rapidamente una volta finito e a mantenere una buona work life balance.
- Dedica tempo allo sport e al relax. Per molti dipendenti, il tragitto quotidiano verso l’ufficio o il posto di lavoro è una sorta di rituale durante il quale si preparano mentalmente al lavoro che li attende. E’ possibile stabilire questi rituali anche lavorando da casa per facilitare l’inizio del lavoro, ma anche per staccare alla fine della giornata. Ad esempio, è possibile fare una passeggiata prima e dopo il lavoro, praticare mindfulness per ricentrarsi, etc.
- Riordinare il proprio spazio di lavoro, ad esempio, riponendo il portatile o i documenti in un armadio o in un cassetto dopo il lavoro e tirali fuori di nuovo la mattina dopo.
Il work – life balance non è un obiettivo statico, ma una continua ricerca di equilibrio che si adatta alle esigenze di vita e lavoro. Comprendere i fattori che possono minare questo equilibrio e adottare strategie concrete per migliorarlo sono passi essenziali per raggiungere una soddisfazione duratura e un benessere completo. Sia le persone che le aziende devono impegnarsi a costruire ambienti e pratiche che supportino un bilanciamento sostenibile, sia nel lavoro in presenza, sia in quello da remoto.
Dal pensiero all’azione
Alla luce di quanto descritto, è dunque evidente la necessità per le aziende di incrementare le politiche a favore di un buon work – life balance per i propri dipendenti, con benefici sia per il personale che per l’azienda stessa. Tra le più importanti applicazioni strategiche che una realtà organizzativa può introdurre, oltre a quelle descritte in precedenza (flessibilità degli orari, smart working, banca delle ferie, sviluppo di politiche di conciliazione vita – lavoro per accogliere le esigenze familiari, etc.,) ne vengono identificati altri:
- Erogazione di percorsi di formazione per far apprendere ai dipendenti tecniche di time management per ottimizzare il lavoro durante l’orario lavorativo e ridurre lo stress.
- Promozione dell’utilizzo di strumenti digitali per la gestione del tempo, come calendari online e app per la produttività.
- Riduzione delle riunioni, limitandone il numero e la durata se non strettamente necessarie, per ottimizzare il tempo lavorativo e aumentare il tempo libero e le possibilità di riposo per le proprie risorse.
- Implementazione di programmi aziendali di wellness per massimizzare il benessere attraverso l’attività fisica, la mindfulness e il supporto psicologico.
- Sviluppare progetti volti a costruire un ambiente di lavoro positivo e collaborativo, dove i dipendenti si sentano valorizzati e supportati.
- Realizzazione di attività mirate alla promozione di un dialogo aperto tra management e dipendenti sulle esigenze di work – life balance e sviluppare soluzioni adatte.
- Misurare i livelli di work – life balance dei dipendenti attraverso sondaggi o altre forme di valutazione.
- Etc.
Oltre a queste strategie, è importante che le aziende promuovano una cultura aziendale che valorizzi il benessere dei dipendenti e soprattutto che favorisca un equilibrio tra vita privata e lavorativa, nonché un naturale processo di arricchimento fra i ruoli che le risorse ricoprono professionalmente e nel loro privato.
Questo può essere fatto attraverso la comunicazione tra l’azienda e i propri dipendenti, la leadership e la creazione di un ambiente di lavoro positivo e supportivo.
Investire in strategie di work – life balance è un investimento nel benessere dei dipendenti e nel successo dell’azienda. Un approccio che crea, inevitabilmente, un circolo virtuoso e un ambiente di lavoro positivo e supporta l’equilibrio tra vita privata e professionale, portando a benefici concreti sia per i lavoratori che per l’organizzazione nel suo complesso.
Un numero sempre maggiore di sistemi organizzativi includono nuove strategie che possano promuovere il benessere dell’ambiente di lavoro e delle relazioni, consapevoli del fatto che, se i lavoratori sono messi nella condizione di poter operare serenamente, di sentirsi a proprio agio, motivati, soddisfatti e realizzati portano a termine i propri compiti lavorativi in modo più efficace e produttivo.
La consulenza organizzativa è orientata al benessere, è orientata a creare ambienti di lavoro equilibrati, produttivi e motivanti.
Ogni intervento dello psicologo è personalizzato rispetto ai bisogni specifici del Cliente (es. azienda di grandi e piccole dimensioni, ente formativo, struttura sanitaria, studio associato di liberi professionisti, etc.) puntando a creare soluzioni sostenibili e a lungo termine.
Una consulenza organizzativa diviene un processo interattivo tra Cliente (sistema organizzativo) e consulente psicologo, giungendo a co – costruire una soluzione organizzativa efficace ed evolutiva.
L’obiettivo è quello di intervenire strategicamente a sostegno dello sviluppo di strategie a favore di un buon work – life balance per i propri dipendenti e del benessere organizzativo, attraverso azioni che connettano la performance lavorativa, la salute psicofisica, emotiva e relazionale individuale e gli obiettivi di business.
Puoi contattarmi per scoprire come possiamo progettare insieme una soluzione personalizzata, affrontare le sfide della tua organizzazione, promuovere la salute fisica e psicologica, migliorare il clima lavorativo, la gestione del cambiamento, la comunicazione e la produttività.
Come?
- Percorsi di formazione.
- Sessioni individuali di supporto psicologico.
- Programmi personalizzati per leader, manager e team.