Il love bombing rappresenta un’insidiosa forma di manipolazione psicologica ed emotiva che ha effetti significativi e duraturi sulla psiche della Persona che lo subisce. In particolare, l’impatto di questa manipolazione va oltre la singola relazione, erodendo sistematicamente l’autostima della vittima, che inizia a dubitare del proprio valore e della propria capacità di giudizio. L’esito finale è spesso un senso di profonda sfiducia generalizzata che spinge la Persona che subisce love bombing verso un progressivo isolamento sociale.
È fondamentale specificare che il love bombing non costituisce una patologia ufficiale o un disturbo mentale autonomo riconosciuto nei manuali diagnostici clinici (come il DSM-5). Ciò nonostante, gli esperti di salute mentale e i clinici identificano e utilizzano ampiamente questo termine per definire un modello comportamentale relazionale tossico, disfunzionale e capace di arrecare danni psicologici significativi a chi lo subisce.
Cosa vuol dire fare love bombing?
L’origine dell’espressione love bombing risale agli anni Settanta e ha radici in un contesto ben preciso: fu coniata dai membri della Chiesa dell’Unificazione negli Stati Uniti. Il termine nacque per descrivere il metodo specifico utilizzato dai leader di alcune sette religiose per adescare nuovi adepti. Si trattava di una strategia di indottrinamento e reclutamento mirata: i futuri seguaci venivano sommersi da un’ondata di affetto e attenzioni esagerate per incoraggiarli a unirsi al gruppo e facilitare l’esercizio del controllo da parte della leadership.
In un momento successivo, la psicologa americana Margaret Singer (1996) ha esteso l’uso del termine al di fuori dell’ambito settario per applicarlo alle relazioni sentimentali.
Attualmente, love bombing è utilizzato in psicologia per descrivere un modello comportamentale affettivo che, sebbene mascherato da romanticismo, è in realtà profondamente tossico e manipolativo.
Il love bombing (bombardamento d’amore) è una strategia manipolativa che consiste nel sommergere il partner con attenzioni, affetto e ammirazione eccessivi, con l’obiettivo finale di ottenere controllo e potere sulla sua vita.
L’obiettivo ultimo del manipolatore è quello di generare una profonda e rapida dipendenza emotiva nella vittima, neutralizzando la sua capacità di giudizio critico e rendendola vulnerabile alle fasi successive del ciclo manipolativo.
Chi mette in atto la tecnica del love bombing mira a creare l’illusione di un incontro deciso dal fato, presentandosi come l’anima gemella attesa da sempre. Questa strategia non è un’esplosione spontanea di passione, ma un comportamento calcolato e costruito ad arte.
È fondamentale non confondere questa tattica con le genuine manifestazioni di affetto. Mentre le seconde sono parte integrante di una relazione sana, consapevole e reciproca, il love bombing è un comportamento calcolato, messo in atto da un manipolatore affettivo, e le sue intenzioni sono tossiche e strumentali.
Nelle fasi iniziali di una relazione, l’eccessiva intensità delle attenzioni, che genera la sensazione che la situazione sia “troppo bella per essere vera”, può essere facilmente scambiata per un sentimento autentico, causando talvolta un iniziale senso di disagio o sopraffazione nella vittima. Tuttavia, con il progredire della relazione, la maschera del manipolatore cade, rivelando la sua vera natura: una Persona fondamentalmente falsa e mossa da un egoismo patologico.
Love bombing e disturbo narcisistico di personalità
Sebbene chiunque possa mostrare comportamenti afferenti al love bombing, questo tipo di tattica emotiva è spesso associata al disturbo narcisistico di personalità.
Una ricerca condotta nel 2017 (Strutzenberg et al., 2017) ha esplorato la correlazione tra narcisismo, autostima e comportamenti di love bombing su un campione di 484 studenti universitari. I risultati hanno evidenziato un’associazione negativa tra il love bombing e l’autostima: chi ha un’autostima più bassa è statisticamente più propenso a mettere in atto comportamenti di “bombardamento d’amore”. Questo comportamento strumentale servirebbe a rafforzare la propria sensazione di valore all’interno della relazione e a mitigare la paura di sentirsi indesiderati o rifiutati.
Questa strategia potrebbe essere messa in atto per gestire l’ansia legata all’insicurezza o alla bassa autostima. Mettendo in atto comportamenti eccessivamente affettuosi e idealizzanti all’inizio di una relazione, una Persona potrebbe cercare di creare un legame rapido e intenso per sentirsi accettata e desiderata. Questo può servire come un modo per evitare sentimenti di inadeguatezza o paura dell’abbandono.
La vittima di love bombing
Mentre i manipolatori utilizzano questa tattica per le proprie insicurezze, le vittime di love bombing vi cadono a causa di specifiche vulnerabilità personali. Spesso si tratta di Persone con un’elevata sensibilità ed empatia, caratteristiche che le rendono ricettive all’attenzione intensa e incapaci di sospettare intenzioni malevole.
Il manipolatore, infatti, sfrutta queste precise fragilità emotive per creare rapidamente un legame emotivo intenso e per instaurare una dipendenza. La vittima ideale è colei che risponde al bisogno di essere vista e amata, finendo intrappolata nella rete di attenzioni che il manipolatore costruisce ad arte.
La vittima di love bombing può presentare:
1. Fragilità emotive e bisogno di affetto
La vittima ideale spesso ha un profondo bisogno di sentirsi amata, accettata e valorizzata. Questo può derivare da:
- Esperienze passate di abbandono o relazioni caotiche: Chi ha vissuto una vita emotivamente instabile o ha subito abbandoni può essere attratto da un partner che sembra offrire esattamente ciò che è mancato: stabilità e un’attenzione totalizzante.
- Stile di attaccamento ansioso: Le prime interazioni con i caregiver (figure significative di riferimento) modellano i propri modelli relazionali futuri, rendendo la Persona altamente vulnerabile all’illusione di un amore perfetto e totalizzante, offerto dal manipolatore.
- Bassa autostima e insicurezza: La vittima può dubitare del proprio valore. Le lodi eccessive, i complimenti continui e l’adorazione del “love bomber” fungono da potente rinforzo, facendo sentire la vittima finalmente “speciale” e “unica al mondo”, riempiendo un vuoto interiore.
- Idealismo romantico: La tendenza a credere nell’anima gemella, nel “destino” o nell’amore da favola rende la vittima più incline ad accettare gesti eccessivi e affrettati come segni di un amore “epico” anziché bandiere rosse di manipolazione.
2. Tendenza a perdere i confini personali
La vittima del love bombing spesso fatica a mantenere confini personali chiari o ha difficoltà a dire di no:
- Difficoltà nel porre limiti: Quando il manipolatore ignora i confini (ad esempio, chiedendo attenzione costante, facendo piani per il futuro immediato o inviando messaggi ossessivi), la vittima tende a cedere per paura di deludere il partner o di rovinare quell’idillio “perfetto”.
- Senso di colpa e responsabilità eccessiva: Se la vittima tenta di rallentare il ritmo della relazione, il manipolatore può farla sentire in colpa o ferita, portando la vittima a scusarsi per i propri bisogni.
3. Isolamento sociale e dipendenza emotiva
La vittima, inizialmente, si gode l’attenzione esclusiva, che diventa rapidamente isolamento:
- L’aggressore diventa “tutto”: Il manipolatore tenta di isolare la vittima da amici e familiari, spesso con frasi del tipo: “Solo io ti capisco veramente”.
- La vittima si rende vulnerabile: Trovando nell’aggressore l’unica fonte di validazione e affetto, la vittima sviluppa una forte dipendenza emotiva, rendendosi estremamente vulnerabile alla successiva fase di svalutazione e controllo.
In conclusione, la vittima non è necessariamente una persona debole, ma spesso una Persona con un “interruttore” emotivo sensibile, che il manipolatore impara a premere offrendo un’illusione di amore incondizionato per ottenere, in cambio, il controllo totale.
Quali sono i segni di love bombing
La fase iniziale del love bombing è definita da un’autentica ondata di attenzioni da parte del manipolatore. Ciò che colpisce non è solo la quantità, ma la qualità di questi gesti, che si distinguono per essere eccessivi, grandiosi e sproporzionati rispetto alla fase iniziale di una relazione normale. L’approccio è caratterizzato da un’esagerazione intenzionale in ogni manifestazione di affetto o ammirazione.
Segni di love bombing possono essere:
- Comprare regali eccessivi o comunque spendere molti soldi per il partner, pur in una fase molto precoce della relazione.
- Dichiarazioni d’amore premature. Espressioni come “sei l’anima gemella” o “non ho mai provato un sentimento del genere” vengono pronunciate in modo prematuro, accompagnate da promesse di un futuro insieme, nonostante la relazione sia ancora ai suoi albori. L’obiettivo di queste esternazioni non è l’autenticità, ma la creazione artefatta di un’illusione di intimità e unicità, forzando un legame profondo in tempi che sono irrealistici e non rispecchiano una conoscenza reciproca reale.
- Profusione di complimenti e lodi che appaiono fin da subito eccessivi e non adeguati al livello di conoscenza reciproca. Frasi come “Sei la donna più incredibile che abbia mai conosciuto” o “Non mi è mai successa una cosa del genere” hanno un effetto travolgente, facendo sentire la vittima sopraffatta da tanto amore e attenzioni. Si tratta di affermazioni sbilanciate rispetto alla realtà, poiché la Persona che le pronuncia non ha ancora avuto il tempo materiale per conoscere davvero a fondo il partner, ma sta già idealizzando la relazione per i propri scopi manipolativi.
- Pretesa di attenzioni assidua e soffocante. Il love bomber assorbe ogni spazio e tempo della vittima, con l’obiettivo subdolo di isolarla progressivamente dalla rete sociale di amici e familiari. Qualsiasi tentativo da parte del partner di far notare che queste attenzioni sono “troppe” viene accolto con disappunto o reazioni emotive negative. Di conseguenza, la vittima si sente privata della libertà di esprimere il proprio disagio, temendo di spegnere l’entusiasmo iniziale del manipolatore, che non tollera limiti o freni al suo controllo.
- Pressione per un impegno rapido e vincolante. C’è una spinta forzata verso tappe relazionali premature, come fidanzamento, convivenza o progetti a lungo termine, il cui ritmo non è minimamente congruo alla fase iniziale della relazione. L’espressione di sentimenti d’amore profondi e la richiesta di ufficializzare il legame avvengono in modo eccessivamente veloce, saltando le tappe naturali della conoscenza reciproca, con l’intento di “ancorare” la vittima alla relazione prima ancora che possa riflettere lucidamente sulla situazione.
- Comunicazione molto assidua e unilaterale. Il manipolatore instaura un flusso comunicativo costante e senza sosta, inondando la vittima con decine di messaggi, chiamate e gesti plateali fin dai primissimi istanti della conoscenza. Ciò che inizialmente può risultare lusinghiero e far sentire “speciali” è in realtà una tattica volta a saturare lo spazio mentale e temporale della vittima. L’obiettivo è duplice: creare una dipendenza dalla presenza (anche virtuale) del partner e generare un subdolo senso di colpa nel momento in cui la vittima tenta di stabilire confini sani o di prendersi i propri spazi.
- Esibizione di compatibilità straordinaria. Il manipolatore esibisce grande compatibilità, facendo credere alla vittima di essere l’anima gemella o di condividere interessi, passioni e visioni della vita in modo quasi miracoloso. Questa perfetta sintonia è, in realtà, una costruzione artificiosa e superficiale, creata su misura per adescare la vittima e rafforzare l’illusione di un legame unico e predestinato.
- I tentativi di isolamento rappresentano una fase cruciale e dannosa del love bombing: il manipolatore cerca attivamente di diventare l’unico punto di riferimento nella vita della vittima. Questo avviene criticando o manifestando fastidio per il tempo trascorso con amici e familiari. Parallelamente, la vittima stessa, mossa da un intenso bisogno di affetto e dall’illusione della relazione perfetta, può iniziare ad auto-isolarsi spontaneamente dalla propria rete sociale, rendendosi così totalmente dipendente dal controllo del manipolatore.
- Comportamento incoerente che genera profonda destabilizzazione. All’iniziale fase di idealizzazione e attenzioni estreme, il manipolatore alterna improvvisi e inspiegabili momenti di freddezza, silenzio punitivo (ghosting o silent treatment) o critiche. Questa altalena emotiva (hot and cold) è uno dei segnali più inequivocabili della manipolazione: l’instabilità intenzionale genera confusione e insicurezza nella vittima, spingendola a fare qualsiasi cosa pur di riconquistare e tornare alla fase “d’oro” e all’illusione d’amore iniziale, rafforzando ulteriormente la dipendenza dal manipolatore.
Quanto dura il love bombing e cosa succede dopo?
Il love bombing si articola in più fasi:
- La prima fase di IDEALIZZAZIONE è caratterizzata da adulazione. È proprio questa la fase in cui il manipolatore letteralmente bombarda la sua vittima di attenzioni, gesti e regali fuori misura. Se la vittima prova ad esprimere dubbi al riguardo, il manipolatore se ne risentirà, quasi offeso. La vittima proverà senso di colpa per avere dubitato di lui.
- Nella seconda fase di SVALUTAZIONE, cambiano in modo brusco atteggiamento e umore. Il manipolatore adesso è freddo, distante, quasi spento. In questa fase si fa strada una sorta di “abuso emotivo”, fatto di critiche e di svalutazione nei confronti della vittima. Come possibile conseguenza, la vittima si adopererà per essere amata e ricoperta di attenzioni come nella prima fase.
- La terza fase è un vero e proprio GHOSTING. Il manipolatore si chiude e sparisce, concretamente. Non risponde più ad alcun messaggio
- La quarta fase è detta di RECUPEROO Il manipolatore riprende il circolo vizioso di idealizzazione, svalutazione e scomparsa. Questa dinamica, in teoria, potrebbe non avere mai fine, se non per presa di consapevolezza della vittima.
Le fasi del love bombing possono avere una durata che varia dalle poche settimane fino a 1 o 2 mesi.
La durata del love bombing è variabile e non segue regole fisse: può estendersi per diverse settimane o protrarsi per mesi interi. Questa tempistica dipende sia dalle specifiche dinamiche della coppia, sia dall’obiettivo che il manipolatore si è prefissato.
Tuttavia, il punto di svolta si verifica nel momento in cui la vittima è diventata emotivamente dipendente e il manipolatore ha ottenuto il controllo desiderato. A quel punto, il comportamento del love bomber subisce un cambiamento radicale e drastico, passando dalla fase di idealizzazione a quella successiva di svalutazione e controllo.
Corteggiamento e love bombing: come distinguerli?
Distinguere tra un corteggiamento sano e il love bombing è fondamentale, poiché le due dinamiche, pur potendo apparire simili in superficie per l’intensità delle attenzioni, hanno intenzioni, ritmi e impatti completamente diversi.
Alcuni criteri per distinguere sono:
In sintesi, la differenza cruciale risiede nella presenza di reciprocità, rispetto e gradualità. Se un amore sembra “troppo bello per essere vero”, è probabile che si tratti di love bombing, un’illusione tossica che maschera intenzioni manipolative.
Come affrontare il love bombing?
Il love bombing rientra nell’ampio spettro dei comportamenti manipolativi e non autentici, finalizzati a umiliare, controllare e sottomettere il partner.
Nell’era digitale, i social media sono saturi di termini specialistici come gaslighting, love bombing e catfishing, tutti orientati a identificare e a mettere in guardia dalle condotte manipolative. Gran parte del dibattito si concentra sulla vittimizzazione di individui coinvolti in relazioni tossiche con partner a cui viene (spesso impropriamente) attribuita una diagnosi di Disturbo Narcisistico di Personalità.
Sebbene esistano validi gruppi di supporto che aiutano le vittime a rompere l’isolamento e a riconoscere i comportamenti lesivi e disfunzionali del partner, sorge un problema critico: la tendenza a delegare l’intera responsabilità del fallimento relazionale alla patologia presunta dell’Altro. Si diffonde l’idea che la soluzione per la vittima consista esclusivamente nell’identificare il partner come “narcisista”.
Eppure, una relazione è sempre una dinamica che coinvolge due individui. L’approccio che identifica rigidamente un “persecutore” e una “vittima” è limitante, poiché entrambi i partner sono, in modi diversi e con responsabilità differenti, attori della dinamica e, in ultima analisi, pienamente responsabili di ciò che accade all’interno del legame.
È pertanto cruciale evitare la trappola retorica di asserire che le vittime sono passive e subiscono partner “cattivi”, in quanto questa prospettiva non è funzionale, né di aiuto alla vittima nel percorso di uscita e di empowerment personale. La crescita passa necessariamente attraverso la comprensione della propria parte nella dinamica.
Se ci si riconosce come vittime di love bombing, l’approccio terapeutico non dovrebbe focalizzarsi sul tentativo di cambiare il partner. È inutile chiedere allo psicoterapeuta “come posso aggiustare l’altro?”.
La vera svolta avviene quando la vittima rivolge lo sguardo verso l’interno, ponendo al professionista domande cruciali come:
“Cosa mi tiene bloccata in questa relazione tossica?”
“Qual è l’ostacolo dentro di me che mi impedisce di riprendere in mano la mia vita?”.
Riconoscere che l’altra Persona manipola e umilia è il primo passo, ma la responsabilità personale risiede nel comprendere i propri meccanismi interni che impediscono di interrompere la relazione.
È interesse primario della vittima interrompere la relazione con chi esercita controllo e manipolazione. È fondamentale accettare una verità scomoda: quasi certamente non si ha il potere né la capacità di cambiare il comportamento del manipolatore, e non è neanche un proprio compito.
E’ essenziale spostare il focus di responsabilità. La ricerca ossessiva di approvazione, il bisogno impellente di sentirsi riconosciuti come persone di valore specificamente da quel partner, bisogni che il love bomber soddisfa solo nella fase iniziale, per poi ritirarli, non sono problematiche imputabili al partner. Queste dinamiche hanno piuttosto a che fare con le vulnerabilità interne della vittima: il bisogno profondo di sentirsi esistere e di avere valore proprio attraverso lo sguardo idealizzante dell’altro. È su questa dinamica interna che si deve lavorare per recuperare autonomia e benessere.
In definitiva, la scelta del partner non è casuale: selezioniamo inconsciamente persone che possiedono le qualità necessarie a confermarci l’immagine di noi stessi che stiamo disperatamente cercando. Ignorare questa dinamica interna e limitarsi a etichettare il partner come “narcisista” non porterà ad alcun cambiamento reale o duraturo.
La vera svolta evolutiva richiede coraggio: è necessario volgere lo sguardo verso le proprie ferite emotive irrisolte e intraprendere un percorso di crescita personale. Questo atto di auto-consapevolezza restituisce potere d’azione sulla propria vita, permettendo di uscire dal ciclo tossico e di perseguire l’obiettivo di relazioni funzionali, basate sull’amore autentico e non sull’idealizzazione superficiale.
È fondamentale ricollocare il locus of control (centro di controllo) all’interno di se stessi, togliendo potere e influenza al love bomber e al manipolatore. A tal fine, rivolgersi a uno psicoterapeuta è la scelta più opportuna. La terapia diventa lo strumento privilegiato non solo per elaborare le ferite che hanno reso possibile una simile relazione, ma soprattutto per ristabilire una relazione più sana, funzionale e amorevole con se stessi.

