L’ipnosi nel trattamento del dolore
il vissuto mente corpo che cura la sofferenza

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Che cos’è il dolore?

La IASP (International Association for the Study of Pain – 1986), ovvero la più prestigiosa Associazione Internazionale di Terapia del Dolore, definisce il dolore come “un’esperienza sensoriale ed emozionale spiacevole associata a danno tissutale, in atto o potenziale, o descritta in termini di danno”.

Il dolore è quindi un’esperienza soggettiva ed individuale. E’ il risultato di una complessa interazione tra lo stimolo puramente sensoriale (stimolo doloroso) e fattori legati alla Persona (ambientali, culturali, religiosi, affettivi, genetici) che possono modificare in maniera importante quanto percepito. Infatti, il segnale doloroso, una volta generato, viene modulato (ridotto o amplificato) a vari livelli del Sistema Nervoso prima di arrivare ad essere percepito. Si spiega così come il dolore sia il risultato di un complesso sistema di interazioni, dove molti elementi ne definiscono intensità e caratteristiche.

 

C’è molto di soggettivo nella percezione del doloresoggettivo non vuol dire meno reale.

 

Dalle prime concezioni della scienza clinica basate sulla semplice associazione “stimolo / risposta”, passando per la “teoria del cancello” (gate control), che già nel 1965 prendeva in considerazione anche gli aspetti psicologici nel controllo del dolore, si è arrivati ora a identificare una “neuromatrice” (pain neuromatrix), una rete neurale diffusa che coinvolgerebbe differenti regioni del cervello, facendo dell’esperienza del dolore un fenomeno multidimensionale in cui agiscono insieme processi sensoriali discriminativi, cognitivi valutativi e motivazionali affettivi.

In questo contesto, non sorprende scoprire che l’ipnosi, fenomeno naturale connaturato agli esseri umani e strumento clinico di particolare efficacia nella sintomatologia psicosomatica, si sia rivelata uno strumento terapeutico efficace nel trattamento multifattoriale del dolore acuto e cronico, da sola o in affiancamento ad altri approcci medici o psicoterapeutici.

Diversi studi derivanti dalla Neuroscienze moderne hanno dimostrato la capacità dell’ipnosi di modulare la stessa attività di alcune aree cerebrali che formano la neuromatrice del dolore, consentendo non solo una riduzione dell’intensità percepita, ma anche una minore “risposta affettiva”.

 

Campi di applicazione dell’ipnosi nel trattamento del dolore

L’impiego dell’ipnosi per il controllo e la gestione del dolore trova una molteplicità di ambiti di applicazione.

  • Gli effetti anestetici dell’ipnosi possono aiutare le persone sottoposte a procedure mediche invasive o impegnate in attività fisiche particolarmente dolorose, quali, ad esempio, il trattamento odontoiatrico, il parto, rendendo possibile la riduzione dell’assunzione di farmaci e dei tempi di intervento.
  • Gli effetti analgesici dell’ipnosi possono alleviare la sofferenza delle persone che soffrono di DOLORE CRONICO come nei casi di fibromialgia, artrite, cefalee croniche primarie, disturbi dolorosi dell’apparato gastro-enterico (colon irritabile, morbo di Crohn), dolore neuropatico (arto fantasma doloroso), mal di schiena aspecifico, dolore oncologico, dolori viscerali e urogenitali, dolore psicogeno, bruxismo, etc., con la possibilità di arrivare con il tempo (nelle modalità terapeutiche indicate dal proprio terapeuta) a praticare autoipnosi, per potenziare il trattamento terapeutico e ottenere un miglioramento della qualità della vita.
  • Nelle situazioni di emergenza, in cui una Persona è in preda a DOLORE ACUTO e stati d’ansia intensi (es. grandi ustioni), l’approccio ipnotico può essere molto efficace, in quanto la Persona è già in uno stato particolarmente recettivo ad ogni stimolo dell’ambiente, a ogni parola o comportamento e, ogni suggestione terapeutica può restare impressa nella mente inconscia e (attraverso suggestioni dirette) anestetizzare la zona interessata.

 

Neurofisiologia del dolore e ipnosi

Diversi studi si sono occupati di chiarire le modalità attraverso le quali l’impiego dell’ipnosi favorisca la gestione del dolore. Tra i risultati più significativi, tratti da recenti studi sulla neurofisiologia del dolore, deriva la scoperta che nel cervello non esiste un unico centro del dolore. Piuttosto, l’esperienza dolorosa è associata con la stimolazione e la correlazione tra diverse aree del Sistema Nervoso, sia centrale sia periferico. Ogni area contribuisce all’esperienza complessiva e soggettiva del dolore.

Attraverso l’applicazione di procedure ipnotiche è possibile realizzare una analgesia in grado di influenzare le diverse aree del Sistema Nervoso coinvolte. In particolare, i distretti cerebrali responsabili dell’esperienza dolorosa che rispondono efficacemente all’ipnosi sono: l’insula, la corteccia prefrontale, il talamo, la corteccia cingolata e la corteccia primaria o secondaria.

 

Il dolore: riflessi psicologici da non sottovalutare

Le patologie che comportano dolore cronico sono particolarmente invalidanti in quanto il dolore influenza ogni aspetto della vita della Persona. La percezione del proprio corpo può cambiare, il senso di autonomia sembra diminuire, le abitudini lavorative e sociali possono stravolgersi, giungendo, in alcune situazioni, ad isolarsi dagli altri.

Va da sé, che i fattori psicologici siano influenzati dalla reazione soggettiva al sintomo doloroso e dagli impedimenti imposti dal dolore o dalle terapie farmacologiche. L’espressione del sintomo doloroso può avere impatto nelle relazioni con gli altri, nell’ideazione e realizzazione di progetti di vita, nonché può generare vissuti di stanchezza, paura, insonnia, ansia, disturbi psicosomatici, depressione, tristezza, rimuginio, difficoltà di concentrazione, sconforto, etc.

Da ciò deriva l’importanza di non sottovalutare le manifestazioni di sofferenza fisica, in quanto da esse possono derivare importanti implicazioni psicologiche, cognitive, emotive, relazionali, fisiche e affettive.

La presenza continua del dolore per un lungo periodo può far nascere l’idea che sia impossibile liberarsene. Il malessere continuo si protrae, facendo sperimentare alla Persona un senso di impotenza e frustrazione per la percezione di essere in balia di qualcosa, interna a sé, di ostile. E’ come se il sintomo doloroso divenisse la Persona.

 

Effetti dell’ipnosi nel trattamento del dolore

Evidenze cliniche dimostrano che il trattamento del dolore con l’ipnosi, oltre a placare le manifestazioni di sofferenza, ottiene tre effetti molto significativi:

 

 

Ipnoterapia e trattamento del dolore

Durante la fase di consulenza, l’ipnoterapeuta effettua un’anamnesi per comprendere a pieno il dolore, la sua origine e i momenti esatti in cui si verifica, identificare quando si acutizza e quando si allevia.

Alla Persona viene anche chiesto di descrivere verbalmente o metaforicamente il suo dolore e ciò che rappresenta per lui/lei. Le risposte differiscono da persona a persona: a volte viene descritto “come una pugnalata”, “una palla di fuoco”, “una morsa”, “una puntura di spillo”, etc.

L’ipnoterapeuta tiene conto delle descrizioni metaforiche fornite dalla Persona per adattare il suo linguaggio ipnotico e alleviare il dolore o modificare forma ed intensità. Così la Persona gradualmente impara ad allenarsi mentalmente a gestirlo e modularlo. Ad esempio, può apprendere il fenomeno dell’analgesia o anestesia di una specifica parte del corpo dolorante o dislocare il dolore in una parte del corpo, attraverso tecniche di visualizzazione.

È la Persona, guidata dall’’ipnoterapeuta, ad entrare in trance ipnotica e a lavorare sulla propria mente per modificare lo stato dolorifico, innescando una significativa diminuzione della sensazione dolorosa.

E’ proprio nella connessione tra “mente conscia” e “mente inconscia” che si lavora sulla modulazione del dolore, sulla forma, sull’intensità e sui significati che esso rappresenta per la Persona che lo esprime.

Il processo ipnoterapeutico, prevede anche di lavorare sull’espressione di stati ansiosi e di emozioni intense che possono amplificare la percezione di dolore.

L’obiettivo delle sessioni di ipnoterapia è di portare la Persona ad un cambiamento della soglia del dolore dopo la seduta ipnotica e ad imparare ad utilizzare l’autoipnosi fuori dal setting terapeutico nei momenti di bisogno, migliorando la qualità della propria vita.

 

Poiché il dolore è un’esperienza personale, il lavoro ipnoterapeutico è personalizzato e realizzato a partire dall’unicità e dai bisogni specifici della Persona. Tra i molteplici obiettivi emergono quelli di:

  • Valutare la rappresentazione che la Persona ha delle caratteristiche o degli effetti del proprio dolore e dell’influenza del dolore sulla propria vita, sull’attività lavorativa, sulla vita relazionale, sull’umore, sulle attività sociali, sulla cura di sé, così come sul sonno, etc.
  • Valutare il ruolo che la componente emotiva gioca nel rinforzare il dolore, dove è effettivamente presente una nocicezione (insieme di attività neurobiologiche volte a percepire il dolore) che non si risolve e che, di per sé, giustifica solo il dolore persistente, ma non l’intensificazione presentata dalla Persona per motivi psicologici, emotivi e relazionali.
  • Prendere in carico la sofferenza psicologica della Persona, determinata dalla patologia e dal significato che assume il dolore nella sua vita quotidiana. Anche le aspettative sono importanti, in quanto spesso sono irrealistiche e comportano un’amplificazione del problema, nonché il mancato riconoscimento di eventuali miglioramenti o degli aspetti positivi potenzialmente ravvisabili nella condizione generale.
  • Riconoscere, ri – significare e modificare il comportamento che deriva dall’esperienza dolorosa. Le caratteristiche della personalità, quali un atteggiamento aggressivo o di apprensione o di sfiducia, influenzano la percezione del dolore e si ripercuotono sull’efficacia della terapia. In tal senso, è utile agire sulla motivazione al cambiamento come approccio della Persona alla risoluzione del problema.
  • Intervenire direttamente sulla percezione del dolore, in quanto, la grande maggioranza delle Persone è in grado di sviluppare una quota di analgesia ipnotica, provocando una significativa diminuzione della sensazione dolorosa.
  • Apprendere ad allenarsi mentalmente a gestire e modulare il dolore (autoipnosi).

 

L’intervento terapeutico fornisce alla Persona l’opportunità di raccontare la propria storia e parlare del proprio dolore e, spesso per la prima volta, di dare voce ai propri vissuti di disagio e sofferenza psicologica (ansia, rabbia, senso di colpa, frustrazione, tristezza, etc.). Oltre a considerare la componente somatica (sensitiva) del dolore, viene accolta anche la componente relazionale ed emotiva dello stesso, puntando a potenziare le risorse della Persona nel far fronte al proprio dolore fisico e psicologico.

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