Potenziare le Peak Performance attraverso l’EMDR
per superare le sfide ed ottimizzare il proprio potenziale

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Nel mondo competitivo di oggi, che si tratti di sport, lavoro ad alta pressione o performance artistiche o scolastiche, la ricerca delle “peak performance“, ovvero quelle prestazioni eccezionali in cui si opera al massimo delle proprie capacità, superando le sfide ed ottimizzando il proprio potenziale, è un obiettivo comune. Spesso, si pensa che il percorso per arrivarci sia fatto solo di allenamento fisico e tecnico, ma la psicologia moderna insegna che la mente gioca un ruolo cruciale, e a volte sono proprio i blocchi emotivi e cognitivi inconsci a frenare il nostro vero potenziale.

È qui che entra in gioco l’EMDR (Eye Movement Desensitization and Reprocessing), una metodologia terapeutica strutturata nota principalmente per il trattamento del trauma, che si sta dimostrando sorprendentemente efficace anche nell’ottimizzazione delle prestazioni.

 

Cos’è l’EMDR e come funziona?

Sviluppato originariamente per elaborare ricordi traumatici, l’EMDR utilizza la stimolazione bilaterale (solitamente movimenti oculari guidati) per attivare i meccanismi di elaborazione naturale del cervello. Questo processo aiuta a “sbloccare” ricordi o esperienze disturbanti che sono rimasti “congelati” nel Sistema Nervoso, permettendo una loro risoluzione adattiva. Il risultato è una diminuzione del disagio emotivo e una ristrutturazione cognitiva: si inizia a percepire l’evento o la situazione in modo più neutro o positivo, l’immagine di Sé cambia con un influsso.

 

Oltre il trauma: l’EMDR per le prestazioni

Come si traduce tutto questo nell’ambito delle peak performance?

Quando si cerca di raggiungere l’eccellenza, spesso non è un problema di competenza, ma di interferenze. Queste interferenze possono manifestarsi come:

 

 

  • Ansia anticipatoria: E’ caratterizzata da tensione e preoccupazione per il risultato atteso. Può manifestarsi con sintomi fisici (battito cardiaco accelerato, nausea, tensione muscolare) e cognitivi (dubbi, pensieri intrusivi, paura del giudizio altrui).
  • Paura del fallimento e del giudizio altrui :La pressione di soddisfare aspettative elevate, proprie o altrui, e il timore di fallire possono generare uno stress costante e un senso di inadeguatezza, portando ad un blocco della performance.
  • Gestione emotiva inefficace: Le emozioni influenzano il livello di attivazione fisiologica (arousal) e la capacità di attenzione. Un’incapacità di gestire le emozioni può trasformare uno stato d’animo funzionale in uno paralizzante.
  • Pensieri limitanti e bassa autostimaDubitare delle proprie capacità e avere un dialogo interno negativo (self-talk: “non sono abbastanza bravo” o “fallirò di nuovo”) mina la fiducia in se stessi, riducendo le possibilità di esprimere il proprio potenziale.
  • Difficoltà di concentrazione e attenzione: Fattori distraenti, sia interni (pensieri) che esterni, possono compromettere la lucidità mentale necessaria per prendere decisioni consapevoli e mirate durante l’attività.
  • Ricordi di fallimenti passati: Esperienze negative precedenti possono condizionare quelle presenti.
  • Perfezionismo paralizzante: L’aspirazione all’eccellenza, se portata all’estremo, può trasformarsi in una fonte di pressione inibitoria e ansia. La paura di sbagliare può impedire l’azione.
  • Burnout: Uno stato di esaurimento fisico e psicologico persistente, che porta a una riduzione del senso di realizzazione e della performance stessa.

 

Il Protocollo EMDR Performance Enhancement Psychology Protocol (EMDR – PEP)

Il Protocollo EMDR Performance Enhancement Psychology Protocol (EMDR – PEP) elaborato da Jennifer Lendl e Sandra Foster, che rispetta le linee scientifiche tracciate da Francine Shapiro creatrice e sviluppatrice dell’EMDR, è il Protocollo della Psicologia EMDR per il potenzialmente delle prestazioni che affronta l’ansia da prestazione, le credenze autodistruttive, l’inibizione comportamentale, lo stress post – traumatico e il recupero psicologico causato da un infortunio per artisti creativi e performativi, persone sul posto di lavoro e atleti in genere. L’EMDR-PEP può essere molto utile anche con disturbi quotidiani non patologici come la procrastinazione, la paura del fallimento, le battute d’arresto e le transizioni di vita.

L’EMDR – PEP comprende un punto di vista ampio, a tutto campo, sul funzionamento ottimale nel lavoro e nella vita della Persona (corpo, mente, spirito). Questa prospettiva ispira la Persona a identificare i propri punti di forza che verranno rinforzati nel lavoro con il Terapeuta, così come le aree da migliorare che saranno inserite nel programma di trattamento.

La riduzione dell’ansia e l’aumento della fiducia in se stessi sono punti centrali del lavoro clinico anche attraverso l’istallazione delle risorse e delle competenze che coinvolge la Persona in un lavoro completo, ovvero, sia sulla riduzione dei blocchi nel raggiungimento della performance ideale, sia nella sottolineatura delle competenze già possedute dalla stessa.

 

Su cosa agisce l’EMDR – PEP?

 

1. Rimozione barriere emotive

Invece di concentrarsi solo sugli eventi traumatici “con la T maiuscola”, l’EMDR – PEP può essere utilizzato per elaborare esperienze di fallimento, critiche passate (es. una critica severa, un errore cruciale, etc.) o situazioni ansiogene legate alla performance che contribuiscono all’ansia, allo stress o alle insicurezze attuali. Elaborando questi ricordi, si riduce la loro carica emotiva negativa, liberando risorse mentali ed energetiche, permettendo una risposta più neutra e adattiva in situazioni future simili.

 

2. Installazione delle risorse positive

Una fase cruciale dell’EMDR – PEP, spesso utilizzata nel lavoro sulle prestazioni, è l’installazione di risorse positive. Attraverso la stimolazione bilaterale, si possono rafforzare convinzioni potenzianti (“Sono capace”, “Ho fiducia nelle mie abilità”) o stati emotivi desiderati (calma, determinazione, concentrazione, motivazione). Questo processo non è una semplice “pensiero positivo”, ma un’integrazione a livello neurologico che rende queste risorse più accessibili sotto pressione.

 

3. Simulazione mentale e “future pacing”

Si può usare l’EMDR – PEP anche per “allenare” mentalmente il cervello ad affrontare con successo scenari futuri. Visualizzando la performance desiderata e utilizzando la stimolazione bilaterale, si riduce l’ansia anticipatoria e si rafforza il percorso neurale del successo.

 

Chi può beneficiarne?

Atleti, musicisti, manager, oratori, medici, etc., ovvero chiunque si trovi a dover “agire”, “compiere”, “realizzare”, “completare” “fare”, a livelli ottimali sotto stress può trovare nell’EMDR – PEP uno strumento prezioso. Non si tratta di creare un “super-umano”, ma di permettere alla Persona di accedere al 100% delle proprie capacità, senza che l’ansia o i condizionamenti su di Sé passati ne limitino l’espressione.

 

Nel lavoro terapeutico si presta particolare attenzione agli elementi di base delle prestazioni, come lo sono le abilità specifiche, l’attenzione concentrata e la motivazione. Il genere di problemi sui quali si indaga sono:

  • Di quali abilità c’è bisogno?
  • Che cosa manca nell’educazione o nella gestione delle emozioni?
  • C’è la capacità nella Persona di “essere e rimanere presente”?
  • Quali distrazioni finiscono con l’inficiare la concentrazione e l’attenzione che la Persona deve avere?
  • Cos’è che motiva la Persona?
  • La Persona ha un’idea del senso e dello scopo della vita?
  • Etc, etc.

 

L’EMDR – PEP all’interno di un percorso di crescita personale e/o di psicoterapia può rappresentare un ponte innovativo tra la terapia psicologica profonda e la psicologia della performance. Agendo sulle radici emotive che minano la fiducia e la serenità, offre un approccio potente per liberare il potenziale inespresso e raggiungere, finalmente, quelle vette di prestazione che prima sembravano irraggiungibili. Se senti che qualcosa ti sta frenando nonostante il tuo impegno, l’EMDR – PEP potrebbe essere la chiave per sbloccare la tua prossima “peak performance”.

 

 

(fonte: “I protocolli terapeutici dell’EMDR. Condizioni di base e specifiche” (2015) a cura di Marylin Luber, Giovanni Fioriti Editore).

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