Mindfulness e disturbi d’ansia
stare nel qui e ora per ritrovare l’equilibrio mentale

Photo 500486711 on Adobe Stock

 

La pratica meditativa della Mindfulness si sta affermando come uno dei metodi più efficaci per affrontare i disturbi d’ansia, grazie alla sua capacità di aiutare le persone a concentrarsi sul presente e ridurre il peso dei pensieri negativi e disturbanti.

Il biologo e scrittore Jon Kabat – Zinn, uno dei massimi esponenti di questa pratica meditativa, definisce la Mindfulness come il “prestare attenzione, ma in un modo particolare: con intenzione, al momento presente e in modo non giudicante”. Tramite questa pratica si cerca di vivere in modo più consapevole e concreto la realtà, andando a comprendere sia gli aspetti positivi che quelli di disagio o di malessere personale, senza alcuna forma di giudizio, ma semplicemente, accettandoli.

Al contrario di quanto comunemente si possa pensare, la pratica meditativa della Mindfulness, non corrisponde ad una tecnica di rilassamento, ma ad una pratica che conduce ad un maggior contatto con il proprio vissuto personale.

Il principale obiettivo della pratica risulta essere quello di andare ad eliminare gli stati di tensione inutili, coltivando gli aspetti più profondi che creano un maggior benessere alla Persona. Oltre a questo, serve per conoscersi meglio senza limitazioni o giudizi o forme di autocritica, coltivando l’equilibrio psicologico e favorendo una maggiore conoscenza (mente – corpo) e competenza di Sé.

 

La funzione evolutiva dell’ansia

L’ansia è un’emozione di base che, per quanto possa risultare sgradevole a chi la prova, ha una funzione evolutiva per la Persona, in quanto attiva uno stato di allerta e vigilanza che è indispensabile alla propria sopravvivenza.

L’ansia è una normale emozione della condizione umana che segnala una minaccia non ben definita. Infatti, lo scopo principale a livello evoluzionistico è quello di segnalarci un pericolo imminente e di preparare il nostro organismo, attraverso l’attivazione del Sistema Nervoso Simpatico e la secrezione di cortisolo, a due possibili reazioni ovvero quella di attacco o di fuga.

Ma, se nel mondo animale è molto più semplice individuare quali possono essere possibili fonti di pericolo, nel mondo umano è estremamente più complesso dare una definizione unica e certa di cosa può rappresentare un pericolo per una Persona.

 

In quest’ottica è possibile diversificare in:

  • ANSIA FISIOLOGICA: serve a riconoscere un pericolo e a reagire in modo funzionale al pericolo stesso.
  • ANSIA PATOLOGICA: è dovuta a una paura immotivata che persiste anche in assenza di minacce concrete oppure a quando la risposta di allarme della Persona è sproporzionata rispetto all’evento incontrato. L’ansia differentemente dalla paura dipende molto dalla percezione soggettiva della situazione ansiogena, che generalmente viene amplificata è caricata di significati personali, che attivano un livello di preoccupazione eccessiva e ingiustificata, nonché una spiccata propensione alla ruminazione mentale.

 

L’ansia diventa patologica quando il sistema dell’ansia si attiva anche in situazioni in cui non sarebbe necessario (come per esempio parlare in pubblico), quando raggiunge livelli di intensità tali da ridurre le capacità delle funzioni cognitive come, per esempio, l’attenzione o la memoria e, infine, quando questa attivazione si manifesta ripetutamente e costantemente per un periodo prolungato di tempo riducendo la qualità di vita della Persona e causando una compromissione del funzionamento in ambito lavorativo, sociale o in altre aree importanti.

I disturbi d’ansia possono assumere diverse forme nella vita di una Persona: fobie, disturbi da stress, attacchi di panico, ansia generalizzata, etc., disturbi accomunati dal fatto di far sperimentare un progressivo senso di impotenza dovuto al proprio senso di inadeguatezza e sfiducia nelle proprie capacità di superare i momenti difficili a cui l’ansia espone.

 

Le sensazioni e i sintomi legati ai disturbi d’ansia

Molto spesso non è chiara la causa e l’origine dell’ansia, ma ciò che è evidente è la costante sensazione di perdere il controllo il potere sulla propria vita, sentendosi in balia degli eventi ed esposti ai pericoli. La sicurezza in se stessi, l’autostima, il senso di autoefficacia percepito cominciano a subire duri colpi e piano piano si indebolisce la fiducia in se stessi e nelle proprie risorse. Viene compromessa la propria autonomia e la spinta all’indipendenza, cominciando a adottare uno STILE DI VITA EVITANTE nei confronti di tutte quelle esperienze che sono reputate difficili da gestire, troppo sollecitanti e che ci potrebbero esporre al giudizio degli altri.

Gradualmente, la Persona finisce per confinarsi nella prigione dei limiti e divieti che si autoimpone, attivando un atteggiamento rinunciatario, uno stile di pensiero e di vita che può condurre lentamente verso la depressione. Questa condizione di disagio derivante dai disturbi d’ansia può risuonare:

 

 

La Mindfulness nel trattamento dei disturbi d’ansia

Generalmente, quando una Persona sperimenta uno stato d’ansia, di tipo acuto o prolungato nel tempo, la sua unica intenzione è quella di liberarsene il prima possibile. La Persona non è interessata a conoscere e comprendere lo stato d’ansia, vuole solamente eliminarlo, sopprimerlo, farlo sparire, avendo la certezza che non si ripresenterà mai più.

Spesso è proprio questo atteggiamento avversativo, giudicante ed espulsivo nei confronti di queste emozioni disturbanti, che alimenta il mantenimento di queste emozioni, compresa l’ansia.

Riconoscere, accettare e significare un’emozione sgradevole o disturbante è molto complesso, anche se, fin quando questo processo di accettazione e comprensione non viene portato a compimento, la Persona si ritroverà sempre a sperimentare questi stati d’animo all’interno dei propri mondi relazionali (lavoro, scuola, famiglia, coppia, attività sociali, sportive, artistiche, etc.).

La Mindfulness e il Protocollo Mindfulness Based Stress Reduction (MBSR) possono sostenere la Persona a CONFRONTARSI IN MODO EQUILIBRATO ED EVOLUTIVO CON LE “PARTI EMOTIVE DI SÉ” SGRADEVOLI E DISTURBANTI CHE VENGONO RESPINTE, offrendo loro uno spazio di comprensione, elaborazione e ri – significazione all’interno della propria vita.

L’obiettivo principale dell’intervento è quello di modificare i legami che la Persona ansiosa vive con i propri pensieri disfunzionali. Questo viene fatto portandola a sperimentare in vivo la sensazione di ansia, aiutandola a comprenderne la natura e modificando di conseguenza il pensiero che sta alla base, cercando di supportarla nel “LASCIARE ANDARE” I PENSIERI NEGATIVI E DISTURBANTIRIMANENDO COMUNQUE NEL PRESENTE DEL PROPRIO CORPO e DELLA PROPRIA MENTE, dando un nome alla situazione e comprendendo che è solo una normale reazione a qualcosa che mette paura.

Il focus risulta quindi essere quello di vivere e sperimentare i sintomi dell’ansia nella loro totale natura, anziché evitare il pensiero, lo si affronta gestendolo e inserendolo nella quotidianità.

Dal punto di vista neurobiologico, la Mindfulness agisce riducendo l’attivazione dell’amigdala, l’area del cervello associata alla risposta allo stress, e migliorando la connessione con la corteccia prefrontale, responsabile della regolazione emotiva. Questi cambiamenti portano a una maggiore capacità di affrontare le situazioni stressanti con minore reattività impulsiva, ma con calma e lucidità.

 

Le pratiche di consapevolezza basate sulla Mindfulness, grazie al FOCUS INTENZIONALE DELL’ATTENZIONE SULL’ESPERIENZA DEL MOMENTO PRESENTE, sono in grado di apportare benessere psicofisico, emotivo, cognitivo e relazionale nella Persona, che si traduce in:

  • Aumento della competenza emotiva.
  • Crescente stabilità emotiva.
  • Adeguata modulazione della paura.
  • Flessibilità e adattabilità di risposta comportamentale.
  • Sana gestione dello stress legata all’evento ansiogeno.
  • Riduzione del rimuginio e dell’eccessiva preoccupazione per il futuro.
  • Equilibrio psicoaffettivo.
  • Regolazione delle reazioni fisiologiche.
  • Miglioramento della concentrazione, attenzione, creatività e capacità di prendere le decisioni.
  • Aumento della consapevolezza di Sé e sintonizzazione con i propri reali e autentici bisogni.
  • Maggiore accettazione di Sé.
  • Affinamento delle competenze interpersonali.
  • Sviluppo di una maggiore resilienza emotiva, facilitando la gestione di difficoltà e cambiamenti.
  • Integrazione neurale dovuta alla possibilità di fare volontariamente un’esperienza autodiretta della realtà vissuta in quel momento, che stimola nuovi pattern di attivazione neurale, plasmando la struttura stessa del cervello.

 

Per la risoluzione dei disturbi d’ansia, la Mindfulness può diventare un mezzo potente ed efficace per entrare in relazione con la propria esperienza interna. Significativo è imparare a conoscere e riconoscere quegli stati emotivi e psicologici sgradevoli e disturbanti ogni volta che si presentano alla propria coscienza, accettandoli senza reprimerli. Grazie alla Mindfulness è possibile imparare a “stare nell’ansia”, a conoscerla con curiosità ed apertura e a riconoscerla ogni volta che si presenta alla nostra coscienza, piuttosto che temerla ed evitarla.

La Mindfulness sposta l’attenzione verso la modalità dell’essere, aiutando la Persona ad assumere una nuova prospettiva verso i problemi e a decentrarsi da essi. Attraverso questo processo è possibile imparare a vivere il presente con più distacco e maggiore consapevolezza, utilizzando come ancora al momento presente il respiro.

Richiesta Informazioni

Potrebbe interessarti

Gaslighting

  L’espressione gaslighting deriva dal film di George Cukor, intitolato Gas Light (1944) tratto dall’opera teatrale Angel...

Open chat
Posso esserti di aiuto?
Posso esserti di aiuto?